MAURIZIO COSTANZO
Cronaca

9 settembre, è stress da rientro per un italiano su cinque. Come superarlo in 7 mosse

Secondo Babbel for Business, il 73% dei GenZers crede che imparare una lingua straniera possa aiutare ad affrontare lo stress da rientro al lavoro

Stress da rientro

Stress da rientro

Firenze, 9 settembre 2024 - Il mese di settembre segna per molte persone la fine delle vacanze estive e comporta la necessità di doversi riadattare ai ritmi della routine lavorativa. Questo rientro al lavoro può essere vissuto in modi diversi, con un certo senso di malinconia oppure come un'opportunità per ricominciare, con nuovi stimoli e nuovi obiettivi. Un italiano su cinque (19%) dichiara, infatti, di sentirsi in ansia in vista del ritorno al lavoro (percentuale che sale al 28% nei GenZers e al 23% per i Baby Boomers) e quasi 2 su 5 (36%) credono che l’effetto benefico delle vacanze durerà poco (41% tra i Millennials). Vi è però un 32% che afferma di sentirsi pieno di energie e pronto a ricominciare, con picchi del 39% per la Gen Z e i Millennials e del 37% per la Gen X. Sono questi i primi dati che emergono da una ricerca condotta da Babbel for Business, la piattaforma di Babbel che offre corsi di lingua per le aziende, commissionata all’istituto di ricerca Censuswide, volta ad individuare l’impatto della conoscenza delle lingue straniere nell’ambito lavorativo, tra buoni propositi, candidature per nuove posizioni lavorative e competenze “esagerate”. In generale, in merito al “back to work”, a preoccupare maggiormente gli italiani sono la necessità di dover ricominciare ad un ritmo serrato (30%) e la difficoltà di bilanciare vita privata e lavorativa (26%). Questo ordine di priorità rimane invariato per le generazioni più adulte (per la Gen X rispettivamente 37% e 33% e per i Baby Boomer 33% e 26%), mentre cambia tra i più giovani, che mettono al primo posto la difficoltà di mantenere l'equilibrio vita-lavoro (40% tra i Millennials e 32% tra i GenZers) rispetto al dover lavorare intensamente (32% e 27% rispettivamente). I 7 consigli per alleviare lo stress da rientro Come evitare dunque la trappola dello stress post-vacanza? Cary Cooper professore di psicologia e salute organizzativa all'università di Manchester in Uk , propone sette suggerimenti. Riconnettiti con i tuoi colleghi La prima mattina di ritorno al lavoro, usa le prime ore per riconnetterti socialmente con i tuoi colleghi, condividendo le tue vacanze e altre esperienze. Il lavoro può creare relazioni positive e significative e, per sostenere la nostra salute e il nostro benessere, la connessione sociale è essenziale. Controlla il tuo carico di lavoro Evita di rispondere subito alle tue email. La posta in arrivo di grandi dimensioni indurrà una risposta di stress immediata e il tuo desiderio di leggere tutte le tue email accumulate il primo giorno (o magari già lette e da evadere) non solo ti sovraccaricherà e ti esaurirà, ma potrebbe anche portare a risposte problematiche che creeranno problemi di relazione in futuro. Potresti, ad esempio, essere più brusco del solito e il destinatario potrebbe offendersi. Rivedi tutte le tue email con noncuranza, evidenzia e rispondi solo a quelle urgenti e lascia il resto per un altro giorno. Fai delle brevi pause Assicurati di fare una pausa caffè o tè e di pranzare ogni giorno durante la tua prima settimana di ritorno. Se lavori in ufficio, fai queste pause con colleghi diversi e, durante il pranzo, cerca di lasciare l'ufficio per pranzare in un parco o in un altro luogo all'aperto. Torna a casa in orario ed evita lunghe ore addivanato Quando torni a casa, sii attivo. Non accasciarti davanti alla TV, ma vai in palestra o esci a correre, oppure concediti un pasto fuori con la famiglia o gli amici. Lascia che la modalità vacanza si riversi nel tuo ambiente domestico. Non organizzare troppi incontri Il ritmo della maggior parte dei luoghi di lavoro è veloce per molte persone. In breve si torna "ossessivamente orientati al tempo" dall'ambiente dell'ufficio. Non organizzare numerose riunioni per mostrare agli altri che sei tornato e sei operativo. In pratica, non cercare di fare tutto ciò che devi in poche ore! Sii tollerante con i colleghi I colleghi che si lamentano costantemente e suggeriscono che non c'è soluzione a un problema ci sono ovunque e possono creare stress, in particolare quando si è appena tornati da una vacanza meravigliosa. Cercate di essere pazienti, tolleranti, ascoltateli... senza prenderli sul serio. Stabilisci obiettivi di lavoro realistici Infine, evita di fissare scadenze lavorative irraggiungibili o di fissare appuntamenti non necessari e di' educatamente di no alle cose che non sarai in grado di realizzare nella tua prima settimana di rientro. Bisognerebbe e non solo per i giorni di rientro avere una vita fuori piuttosto che vivere ossessionati dalla trappola del lavoro dal lunedì al venerdì. Le vacanze rappresentano un'opportunità per riprendersi dallo stress degli ambienti lavorativi, quindi lasciamo che un po' di questo stress resti fuori dal posto di lavoro al tuo ritorno in ufficio. Rientro al lavoro: combattere lo stress con le lingue

E dedicare più tempo a sé stessi. Giù dal podio le promozioni e i cambiamenti di lavoro. Tornando alla ricerca condotta da Babbel for Business, oltre la metà degli italiani (57%) ritiene che imparare una lingua straniera possa aiutare ad affrontare lo stress da rientro al lavoro, percentuale che aumenta per i GenZers (73%) e i Millennials (66%). Per 6 italiani su 10 (61%, 64% per Gen Z e 72% per i Millennials), inoltre, vi è la convinzione che imparare una lingua straniera possa permettere di incrementare anche la fiducia in sé stessi e di migliorare la performance lavorativa. Ed è forse proprio per questo che tra i buoni propositi del back to work spiccano la volontà di concentrarsi sull’imparare una nuova lingua (25% di preferenze) e migliorare quella che già si conosce (23%), preceduti solo dall’obiettivo di dedicare più tempo ad attività che possano aumentare il proprio benessere fisico e mentale (32%). Meno diffusi invece il voler ottenere una promozione (14%) e la volontà di cambiare lavoro (8%). Dalle missing opportunities alla tendenza a mentire durante la selezione La conoscenza delle lingue straniere influisce anche sulla sicurezza con cui ci si candida per una posizione lavorativa: quasi 2 italiani su 3 (63%) hanno infatti dichiarato di aver rinunciato ad inviare la propria candidatura poiché ritenevano che la propria padronanza linguistica non corrispondesse ai requisiti richiesti. La percentuale sale fino al 75% nel caso dei Millennials e sfiora l’80% nel settore sanitario, in cui addirittura il 46% delle persone dichiara di dover rinunciare spesso a candidarsi. Una diretta conseguenza di questa paura può essere il fatto che quasi 4 italiani su 10 (37%) ammettono di aver mentito sulle proprie competenze linguistiche nel proprio curriculum o durante un colloquio di lavoro. L’incidenza di questa scelta cresce arrivando addirittura al 50% per la Gen Z e al 48% tra i Millennials. I settori in cui si tende a mentire di più sono risultati essere quello sanitario (con un 53% di persone che afferma di aver mentito) e quello legale (con il 51%, il 27% dei quali ammette addirittura di mentire spesso). “Dall’interessante ricerca che abbiamo condotto - dichiara Roberta Riva, senior manager di Babbel for Business - è emerso anche come, nonostante il 43% degli intervistati dichiari che la propria azienda non stia ancora investendo in attività per i propri dipendenti, il 29% sarebbe interessato a seguire dei corsi di lingua se venissero proposti dal proprio datore di lavoro. Considerando l'importanza della conoscenza delle lingue per affrontare il rientro al lavoro e, più in generale, per sentirsi più sicuri e competenti in ambito lavorativo, le aziende potrebbero considerare l'opzione di offrire corsi linguistici. Questi non solo migliorerebbero le competenze dei propri dipendenti, ma contribuirebbero a migliorare la performance aziendale”. Nasce oggi
Cesare Pavese nato il 9 settembre del 1908 a Santo Stefano Belbo. ''Verrà la morte e avrà i tuoi occhi'', è il più popolare dei versi di Cesare Pavese, ambiguo, inquietante, misterioso, definitivo eppure così chiaro. Un altro dei suoi celebri versi recita così: “Niente è più inabitabile di un posto dove siamo stati felici”.