LEONARDO BIAGIOTTI E STEFANO DE BIASE
Cronaca

La rivolta di Prato: "Con la Tari-stangata c’è bisogno di un altro termovalorizzatore"

Dal sindaco Biffoni un messaggio forte e chiaro alla Regione: "Un nuovo impianto è più importante della pista dell’aeroporto. Il piano va realizzato alla svelta, non c’è più tempo da perdere"

Operatore ecologico impegnato nel servizio di raccolta dei rifiuti

Prato, 30 marzo 2023 – Il termovalorizzatore serve ora più che mai e certamente più della nuova pista di Peretola. Il piano dei rifiuti la Regione ce l’ha, quindi lo deve mettere in pratica rapidamente. Le bollette non sono ancora arrivate, ma il sindaco di Prato, Matteo Biffoni, proprio non intende digerire gli aumenti già sicuri della Tari 2023 senza battere i pugni sul tavolo e rivendicare una posizione, sì al termovalorizzatore e no a Peretola, che sicuramente avrebbe portato vantaggi alle tasche dei pratesi e dei toscani.

Ad accendere la miccia è stato l’aumento medio delle bollette previsto per il 2023. Nel comune di Prato sarà mediamente del 6,7% rispetto al 2022, visto che il costo del servizio di raccolta e smaltimento, che deve essere interamente coperto dalla tariffa, passerà da 45,1 a 48,1 milioni per arrivare nel 2024, secondo le previsione dell’Ato dei rifiuti, a 52,1.

Le aziende quest’anno subiranno il contraccolpo maggiore, con aumenti fra il 4 e il 7%, mentre le famiglie subiranno un ritocco del 2,9%. Aumenti inaccettabili in una città che raggiunge il 74% di differenziata con il porta a porta dappertutto, ma anche inevitabili senza impianti, perché comanda il mercato.

E smaltire all’estero piuttosto che a Montale, tanto per fare un esempio, oggi costa quasi 100 euro in più a tonnellata. Figurarsi nel 2025, quando dovrebbe chiudere l’impianto di Montale.

«È da anni che denuncio la necessità di nuovi impianti – attacca Biffoni – e nella scelta a cui ci sottopose l’allora presidente della Regione tra Case Passerini e Peretola rimasi solo, o quasi, a sostenere che un termovalorizzatore grande, moderno, efficente era, e resta, la priorità.

Senza impianti il ciclo dei rifiuti va in affanno e i costi alle stelle, lo sapevamo bene e abbiamo accettato le tariffe di Ato sapendo che la Regione avrebbe realizzato un piano che finalmente appare essere arrivato: non mi voglio permettere di dettare l’agenda del consiglio regionale, ma è urgente farlo divenire realtà, senza ulteriori ritardi".

La rabbia del sindaco nasce anche dalla consapevolezza che le scelte verdi del suo mandato ("Siamo impegnati nelle politiche di riuso e riciclo, l’economia circolare è nel nostro dna, siamo pronti a realizzare l’hub del tessile, in ogni ambito lavoriamo al massimo per aumentare la quota di riciclo e recupero") non sono sufficienti senza impianti di smaltimento, "perché resterà sempre una quota di rifiuti che non può essere riutilizzata, resteremo sempre esposti ai rischi che comporta l’assenza di indipendenza, a partire dalla variabile costi".

Per questo "è davvero giunto il momento di realizzare gli impianti, per una ragione di costi e per coerenza: non si può essere contrari consapevoli che mandiamo i nostri rifiuti in un altro territorio. E questo un po’ mi ricorda un’altra vicenda...". La chiusura non è meno chiara: "Siamo in grande ritardo, abbiamo perso tempo prezioso. Ora bisogna fare presto e bene, portare a compimento il piano dei rifiuti su cui la Regione ha lavorato e a cui va la nostra fiducia. La politica non può più traccheggiare".

Leonardo Biagiotti

Stefano De Biase