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Cronaca

Medici, aggressioni raddoppiate: “È il momento di agire per garantire la sicurezza”

L’ultimo grave episodio ai danni di una dottoressa e di un infermiere. In campo l’Ordine fiorentino e l’Anaoo per riaccendere l’attenzione sul problema. Chiesto un incontro urgente a prefetto, questore e procuratore

Medici in corsia (Foto repertorio Ansa)

Medici in corsia (Foto repertorio Ansa)

Firenze, 1 agosto 2024 – Chiedono presidi delle forze dell’ordine nei reparti di psichiatria e nei pronto soccorso e di dotare ospedali e ambulatori delle strumentazioni tecniche necessarie per far scattare subito gli adeguati allarmi. Purtroppo, si moltiplicano gli episodi di violenza contro il personale sanitario. La situazione è drammatica, come dimostrano i numeri: nel 2023, in Toscana, le aggressioni denunciate sono state 2.356, quasi il doppio rispetto all’anno precedente. Di queste, 1.769 sono state verbali e 478 fisiche, con una concentrazione preoccupante in pronto soccorso e psichiatria. Più del 4% degli operatori sanitari è stato oggetto di aggressioni, un dato che è sicuramente sottostimato.

Poco più di un anno fa, l’omicidio della psichiatra Barbara Capovani, davanti al Santa Chiara di Pisa. E venerdì scorso, al centro di salute mentale di Montedoni, si è rischiato l’ennesimo fatto di sangue. La misura è ormai colma ed è per questo che l’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Firenze ha inoltrato una richiesta urgente di incontro al prefetto Francesca Ferrandino, al questore Maurizio Auriemma e al procuratore Filippo Spiezia, per affrontare il problema delle aggressioni ai medici, in particolare nei reparti di psichiatria e pronto soccorso.

Il presidente dell’Ordine, Pietro Dattolo, non usa mezzi termini: "Ancora una volta ci troviamo a dover raccogliere le lamentele, le frustrazioni e soprattutto le paure del personale medico operante presso tutte le strutture sanitarie cittadine, che è esposto a ripetute azioni violente da parte di alcuni individui che non sempre sono etichettabili come pazienti". Il caso di Montedomini è emblematico. "Quell’uomo era già stato denunciato per ben sei volte dal primario di Psichiatria - accusa Dattolo -. Non è accettabile avere una sorta di impunità dovuta alla malattia. Oltretutto, nella denuncia ogni volta è stato evidenziato che il comportamento delinquenziale nulla c’entra con la patologia". Per questo l’ordine dei medici invoca un tavolo tecnico in grado di coinvolgere anche il tribunale e i periti, per distinguere tra reati dovuti a riacutizzazioni della malattia psichiatrica e comportamenti criminali. "Confondere la malattia psichiatrica con comportamenti delinquenziali non è accettabile", afferma Dattolo, evidenziando che "il giudizio di persona incapace di intendere e di volere non può valere per sempre", ma deve appunto esser rivalutato ogni volta che c’è una denuncia.

Anche il segretario dell’Anaao Assomed Toscana, Gerardo Anastasio, supporta la richiesta di attivare un tavolo tecnico. "La Regione Toscana è all’avanguardia per quanto riguarda la legislazione sulle aggressioni, ma si può e si deve fare di più", dice Anastasio. E aggiunge: "C’è la necessità di verificare nelle singole aziende lo stato di applicazione delle norme e di ulteriori sinergie con le forze dell’ordine".

Anastasio ha scritto una lettera al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e agli altri vertici regionali per chiedere un incontro. "Bisogna rivedere i protocolli d’intervento delle forze dell’ordine all’interno dei luoghi di cura - prosegue il segretario Anaao Assomed -. Gli operatori della sanità devono poter lavorare in sicurezza".