Arezzo, 15 aprile 2025 – Al via a Villa Pettini a Montevarchi un nuovo progetto: “Semi di speranza”. Sarà presentato ufficialmente durante la serata di mercoledì 16 aprile nella sede di via di Monsorbi (Montevarchi, Arezzo) dai vari enti che hanno unito le forze per sostenere l’affermazione di una “comunità solidale”, ovvero la condivisione di valori per accompagnare la crescita e l’inclusione attiva di giovani, richiedenti asilo e famiglie.
A Villa Pettini, la Fondazione Giovanni Paolo II si occupa di accoglienza e integrazione di nuclei familiari di richiedenti asilo. Il Punto Famiglia Villa Pettini, col gruppo di volontari e i giovani volontari di SOstare, promuove percorsi di formazione, spiritualità e accoglienza coinvolgendo attivamente i giovani. L’impresa sociale Qoelet crea percorsi di formazione e di integrazione lavorativa per soggetti vulnerabili, a partire dagli ospiti di Villa Pettini.
Dal 2023 le tre realtà hanno avviato il progetto condiviso “Fratelli Tutti – Sognare Insieme” per costruire una carta dei valori basata su spiritualità, accoglienza ed ecologia integrale. Ora, nell’anno giubilare, si impegnano insieme nell’operazione “Segni di speranza” affinché Villa Pettini si confermi un luogo generativo per gli ospiti accolti, i volontari coinvolti, i visitatori in attesa.
Gli obiettivi dell’unione delle forze tra queste realtà sono molteplici: accompagnare la crescita di giovani “per e con gli altri”, favorire l’inclusione sociale e lavorativa, promuovere percorsi di formazione professionale, offrire servizi educativi e ricreativi e attività di sostegno per genitori e figli delle famiglie di richiedenti asilo, con particolare attenzione ai bambini.
Beneficiari del nuovo progetto sono 50 giovani tra i 18 e i 35 anni coinvolti in percorsi di formazione e educazione alla cittadinanza consapevole, 10 richiedenti asilo e rifugiati che vivranno opportunità di integrazione, inclusione sociale e autonomia lavorativa, 20 nuclei familiari ai quali sarà dato supporto, ma anche 200 persone della comunità locale che potranno accedere a eventi, servizi e iniziative culturali.
La Fondazione Giovanni Paolo II risponde dunque anche in questo progetto all’obiettivo di integrazione delle proprie attività diffuse in Italia e all’estero con specifiche collaborazioni di rete. Perché la “speranza” non sia un atto di ottimismo, ma un traguardo concreto