Firenze, 13 novembre 2024 – È stata Claudia Filippeschi a guidare il folto gruppo di soci Lions appartenenti ai Club Sesto Fiorentino, Firenze Bargello e Firenze Dante Alighieri alla scoperta del Teatro della Pergola e dei suoi luoghi più nascosti e affascinanti: i sotterranei. I presidenti Lions Marco Baldinotti, Antonella Morini e Laura Spezza hanno accompagnato i propri soci alla scoperta di un percorso affascinante, che vanta oltre 350 anni di storia, nel più antico teatro della nostra città. “Inaugurato nel 1657 su progetto di Ferdinando Tacca – ha spiegato Filippeschi -, il teatro ha preso il nome dalla via in cui sorgeva un pergolato d’uva, presente nella zona già dal 1500. Furono gli Accademici degli Immobili, un gruppo di nobili fiorentini dediti all’arte del dramma in musica, che fecero trasformare un antico tiratoio dell’Arte della Lana in un teatro di corte, utilizzato anche per balli e ricevimenti: il primo grande teatro all’italiana con palchi che circondano la platea, un teatro che nasce con un’inimitabile acustica. Oggi la Pergola è molto diversa da come il suo progettista l’aveva concepita e realizzata: nel tempo, la struttura in legno è stata sostituita da una struttura in muratura e sono stati aggiunti nuovi ambienti: in particolare, l’ingresso e il vestibolo (decorato da Gaetano Baccani nel 1855 con colonne rivestite da una preziosa polvere di marmo).” La guida ha anche mostrato ai soci gli stemmi lignei di alcune importanti casate nobili fiorentine: blasoni che, sopra le porte dei palchi, indicavano l’appartenenza di ciascuna famiglia. “Attualmente sono solo due i palchi riservati: il palco 1 in uso perpetuo ai membri dell’Accademia degli Immobili, tuttora esistente, e il palco 25 riservato al direttore del teatro ed ai suoi ospiti.” I soci sono stati guidati attraverso un affascinante percorso nei sotterranei e nel dietro le quinte: le macchine ottocentesche per creare gli effetti sonori, le dimore dei tecnici, con i nomi scritti sulle pareti, che, nel tempo, hanno cercato di rendere più efficace l’impressionante macchina teatrale. Ascoltiamo anche alcuni effetti sonori ed apprendiamo che un giovane apprendista macchinista di palcoscenico, Antonio Meucci, sperimentava un sistema di comunicazione vocale tra la graticcia e la superficie del palcoscenico: è l’antenato del telefono, che Meucci perfezionerà una volta emigrato negli Stati Uniti. La visita guidata è stata seguita da una conviviale al ristorante “La pentola dell’oro”, nel corso della quale la giovane brava attrice Sara Bosi, molto applaudita, ha declamato un interessante carteggio fra Gabriele D’Annunzio ed Eleonora Duse, nel lungo periodo del turbolento legame sentimentale ed artistico fra l’attrice ed il poeta. Caterina Ceccuti
CronacaAlla scoperta dei sotterranei del Teatro della Pergola