STEFANIA TAVELLA
Cronaca

Alluvioni, l’intelligenza artificiale per prevenirli: allerta sei ore prima del disastro

In Toscana l’università di Pisa e il Consorzio di bonifica hanno messo a punto un nuovo modello previsionale. Si potranno avere indicazioni utili sul livello idrometrico del corso d’acqua con largo anticipo

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L'intelligenza artificiale potrà aiutare gli studiosi nel prevedere possibili alluvioni. La Toscana paga in questo autunno un grave tributo a causa degli eventi estremi che hanno colpito la provincia di Livorno ma anche Siena e la provincia di Pisa

Pisa, 17 novembre 2024 – L’intelligenza artificiale in campo per aiutarci a affrontare il cambiamento climatico. Arrivano, infatti, dall’Università di Pisa nuovi modelli previsionali basati sull’IA che consentono di prevedere fino a sei ore prima che avvengano le alluvioni provocate da fiumi minori e torrenti monitorando la quantità di pioggia caduta in una determinata area.

Lo studio, pubblicato su Scientific Reports, è stato coordinato da Monica Bini, presidente del corso di laurea in Scienze ambientali dell’Università di Pisa in collaborazione con il Consorzio di Bonifica Toscana Nord che ha finanziato le ricerche.

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L'intelligenza artificiale potrà aiutare gli studiosi nel prevedere possibili alluvioni. La Toscana paga in questo autunno un grave tributo a causa degli eventi estremi che hanno colpito la provincia di Livorno ma anche Siena e la provincia di Pisa

«In queste settimane, l’emergenza climatica in atto ha dato una terribile dimostrazione degli effetti disastrosi che può avere sulle nostre vite con i casi di Emilia-Romagna, Marche, la stessa Toscana - spiega Ismaele Ridolfi, presidente del Consorzio di Bonifica - fino alle più recenti alluvioni che hanno colpito la Spagna e in particolare il territorio di Valencia. Abbiamo il dovere di sfruttare i nuovi strumenti per prevedere il prima possibile eventi pericolosi e eventuali effetti sui nostri territori». I nuovi modelli, addestrati sui dati forniti dal Servizio idrologico regionale, consentono di prevedere il livello idrometrico del corso d’acqua in un punto specifico anche con sei ore di anticipo.

«Ma resta fondamentale - sottolinea Marco Luppichini, primo autore dell’articolo - che le decisioni operative siano supervisionate da esperti». Alla ricerca ha preso parte anche una studentessa, Giada Vailati, «esempio tangibile - spiega Monica Bini - di come il corso affronti tematiche di estrema attualità e i nostri studenti possano da subito diventare protagonisti di ricerche internazionali e incidere sulla gestione del territorio».

“E’ sempre più difficile dare l’allerta per le alluvioni in base alle previsioni meteorologiche. Ma in questo ora può aiutarci l’intelligenza artificiale”. A dirlo Monica Bini, presidente del corso di laurea in Scienze ambientali dell’Università di Pisa e coordinatrice della ricerca che ha portato all’elaborazione di nuovi modelli in grado di prevedere le alluvioni provocate dai fiumi minori anche con sei ore di anticipo.

“Non potendo utilizzare i modelli usati per i grandi fiumi - spiega -, siamo ricorsi a un sistema di Ia che monitora la quantità di pioggia che cade in una determinata area. Così siamo riusciti a prevedere il livello idrometrico del corso d’acqua in un punto specifico”.

Questo consente poi di dare l’allerta.

“Esatto. Rispetto alle previsioni meteo, questi sistemi si aggiornano automaticamente registrando eventuali incrementi di pioggia”.

Ma perché proprio i fiumi minori e i torrenti?

“Sono questi ad aver provocato i danni maggiori negli ultimi anni. I corsi d’acqua secondari, infatti, hanno una scarsa capacità di ammortizzare i grandi quantitativi di pioggia, con un rischio più alto di piene improvvise: basti pensare alle alluvioni del novembre 2023 in provincia di Prato dove sono esondati i torrenti Furba e Bagnolo e, più recentemente, a quelle che hanno colpito la Valdera e la provincia di Livorno. Del resto...”

Dica...

“Con il cambiamento climatico assisteremo a periodi siccitosi sempre più lunghi e piogge concentrate in piccole aree geografiche e in un piccolo spazio temporale, il ché può far sì che in una zona limitrofa non si percepisca la pericolosità della situazione”.

Dove sono stati sperimentati i nuovi modelli?

“Nell’area della Versilia, tra le più piovose d’Europa. E’ un contesto particolarmente problematico perché i corsi d’acqua arrivano dalle Alpi Apuane e in pochi chilometri raggiungono il livello del mare. Ma si tratta di modelli applicabili anche in altri territori”.

Qual è il prossimo passo?

“Con il Consorzio di bonifica, che ha finanziato le ricerche, lavoriamo per fornire un supporto facilmente utilizzabile. L’idea è di far arrivare un messaggio sul cellulare degli addetti alla sorveglianza per segnalare il pericolo”.

La decisione finale resterà, però, in mano agli esperti.

“Trattandosi di modelli basati sull’intelligenza artificiale è sempre opportuno che ci sia un controllo da parte dell’uomo, ma avere un sistema di allerta può dare un grande aiuto. Sei ore sono un arco di tempo prezioso per mitigare i danni prevenendo disastri ambientali come quelli ai quali abbiamo assistito di recente”.