REDAZIONE CRONACA

All’I.C. Cesalpino la legalità è l’unica risposta per dare senso al futuro

Mercoledì 2 aprile 2025 è stata una giornata davvero speciale per gli alunni delle classi 3C, 3G e 3H dell’I.C. Cesalpino di Arezzo.

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Arezzo, 7 aprile 2025 – Mercoledì 2 aprile 2025 è stata una giornata davvero speciale per gli alunni delle classi 3C, 3G e 3H dell’I.C. Cesalpino di Arezzo.

La possibilità di confrontarsi con il prof. Marco Pappalardo, autore del libro dal titolo Non chiamatelo ragazzino pubblicato da edizioni Paoline, bellissimo libro che i giovani studenti hanno avuto modo di leggere in classe e a casa durante il primo quadrimestre.

Attraverso il testo i ragazzi della Cesalpino hanno ripercorso la storia del giudice Rosario Livatino, il “giudice ragazzino” appunto, e della sua grande passione per la legalità, il senso della giustizia e la sua grande fede.

L’impegno, i sogni, il coraggio, la fede e lo stile di vita scelto fanno di Rosario Livatino tutt’altro che un giudice ragazzino, come è stato soprannominato.

Nelle pagine del libro di Marco Pappalardo parlano di lui e per lui la sua città, alcuni oggetti personali, i luoghi di studio e di lavoro, i simboli della fede e della giustizia, e alcuni testimoni.

È proprio vero, si può vivere fin da ragazzi un’esistenza piena, ricca di speranza e interesse per il bene di tutti!

Rosario Livatino diventa così modello di una vita semplice ma intensa, di una dedizione al lavoro vissuto in modo coerente, di una fede profonda e concreta e di un saldo senso civico e del dovere, anche nella lotta quotidiana contro poteri forti come la mafia.

La legalità è l’unica opportunità per dare senso al nostro futuro.

Gli studenti dell’I.C. Cesalpino sanno bene che quando si racconta una notizia o un fatto, per essere il più possibile fedeli all'oggettività è importante fornire cinque informazioni, soprannominate "5 W" dall'inglese: che cosa (What), chi (Who), dove (Where), quando (When), perché (Why).

Il prof. Pappalardo ha quindi raccontato due vicende di cronaca.

Primo avvenimento.

Il giovane giudice e magistrato siciliano Rosario Livatino, di 37 anni, sulla strada statale 640 Agrigento-Caltanissetta, venerdì 21 settembre 1990 viene ucciso a colpi di pistola dalla mafia dell'agrigentino chiamata Stidda per il suo impegno umano, cristiano e professionale contro ogni forma di ingiustizia e per aver lottato contro la mafia.

Secondo avvenimento.

Rosario Livatino, ad Agrigento, domenica 9 maggio 2021 viene beatificato per il suo impegno umano, cristiano e professionale contro ogni forma di ingiustizia e per aver lottato contro la mafia.

È stato facile per gli studenti della Cesalpino notare come in questi due eventi molto diversi, ritornino identici due aspetti: il chi, Rosario Livatino, e il perché.

Ogni persona, quando vive il proprio lavoro e dovere con senso profondamente evangelico, diventa costruttore di pace, cercatore di giustizia, custode dei più deboli e in questo modo intraprende il percorso verso la santità, proprio come il giudice Livatino.

Un giudice che ha vissuto la sua fede in modo concreto, non rinnegando ciò in cui credeva, le parole del Vangelo, con il suo servizio allo Stato per la giustizia e contro ogni sopraffazione sociale.

Un libro, quello del prof. Pappalardo, che dà voce ad una sorta d’indignazione verso chi ha con leggerezza chiamato Rosario Livatino, il giudice ragazzino.

A nessuno piace essere chiamato ragazzino, o bambino, tanto meno ad un giudice.

Non piace al magistrato credente che ha preso l’impegno di rendere giustizia.

Non piace a chi è sempre proteso a comprendere l’uomo che ha di fronte.

A chi si fa guidare dalla legge dell’amore e dalla forza della fede.

“Il prof. Pappalardo racconta Rosario Livatino come uomo di speranza – sottolinea la prof.ssa Annarita Sinatti promotrice dell’incontro - ogni capitolo del libro parla la sua città, parlano alcuni oggetti personali del giudice, i luoghi di studio e di lavoro, i simboli della fede e della giustizia, nonché alcuni testimoni. Il linguaggio del libro è diretto, e le pagine sono arricchite dai disegni di Roberto Lauciello, illustratore e fumettista genovese. Alla fine di ogni capitolo una breve scheda, in forma di domande, stimola una riflessione personale, cogliendo qualche elemento della vicenda di Livatino che interroga la vita del lettore”.

“L’impegno nella lotta alla criminalità organizzata, la coerenza e il sacrificio nonché l’altissimo senso del dovere, dello Stato e delle istituzioni e la grande umanità. La dignità che trionfa contro mafie e corruzione. La vita del giudice Livatino è l’esempio di chi si è vigorosamente opposto all’ingiustizia e alla corruzione” aggiunge la Dirigente Scolastica Sandra Guidelli.

“Il collegamento video con il Presidente della Corte d’Assise di Catania, dr. Sebastiano Mignemi è stato un momento davvero importante di crescita per i nostri ragazzi – sottolinea la prof.ssa Guidelli – le parole del giudice hanno ribadito in modo chiaro il ruolo fondamentale degli studenti nella lotta all’illegalità, alle ingiustizie e alla mafia affinché in futuro il valore della legalità rappresenti un principio etico imprescindibile”.

“Molto toccante poi l’intervento in collegamento video di Virginia Drago, giovane studentessa di giurisprudenza dell’Università di Torino – conclude la prof.ssa Sinatti – autrice della post-fazione del libro del prof. Pappalardo. Virginia ha parlato ai ragazzi della Cesalpino di sogni e del dovere di scegliere, sempre. Di scegliere di essere diligenti, responsabili e mai indifferenti di fronte a soprusi e ingiustizie. Insomma, di non girarsi mai dall’altra parte e di essere terreno fertile sul quale far germogliare sogni, aspirazioni, progetti per un mondo libero e giusto. Di diventare bellissimi fiori che possano rappresentare una società che si prende cura degli altri con coraggio, pazienza e attenzione”.