Montale (Pistoia), 3 aprile 2024 – “Si è tamponata l’emergenza ma c’è ancora molto da fare". Claudio Bettazzi, presidente di Cna Toscana Centro è anche titolare di una delle aziende della zona industriale di Montale che è stata duramente colpita dall’alluvione del 2 novembre scorso provocata dalla rottura dell’argine dell’Agna. "Dei ristori non è arrivato ancora niente – dice Bettazzi – e quell’argine non è ancora in sicurezza, le strade interne alla zona industriale sono ancora da sistemare, ci sono da ripulire le fognature, dobbiamo ancora mettere a posto l’impianto antincendio condominiale". C’è infatti da ricordare che nella zona industriale di Montale le strade e altri beni comuni non sono di proprietà comunale ma appartengono al condominio delle 25 imprese che hanno la sede nell’area alluvionata. I terreni che circondano la zona industriale, circa 32 ettari sono ancora coperti da uno strato di fango e da rifiuti provenienti dai capannoni che cinque mesi fa furono invasi da acqua e fango.
Fra i terreni da ripulire ci sono anche quelli di uno storico vivaio quello di Roberto Gheri nella frazione di Stazione che è stato letteralmente devastato dall’alluvione e a causa del ristagno per settimane di fango e acqua putrida. L’argine dell’Agna è stato ricostruito nel tratto che si è rotto il 2 novembre ed è stato dragato il letto del fiume ma ancora non c’è il progetto per la messa in sicurezza di tutto l’argine e le imprese, così come le famiglie, hanno paura ogni volta che c’è un’allerta.
La strada principale della zona industriale, via Guido Rossa, è ancora chiusa al traffico veicolare anche se viene percorsa dai veicoli delle aziende. Sono in corso lavori per la sistemazione del cordolo laterale e il ripristino dei lampioni dell’illuminazione. Le imprese sono stremate dai danni subiti e dalle spese sostenute pe ripulire i capannoni. Molte hanno ripreso a fatica l’attività ma alcune non sono ripartite. E’ stato portato via il fango venuto dall’Agna (40mila tonnellate) e la massa dei rifiuti (10mila tonnellate), restano ancora le carcasse dei camion e dei veicoli alluvionati. C’è poi il problema della polvere, di cui sono ricoperte tutte le strade e che rappresenta un’insidia per le produzioni tessili perché la polvere inceppa i macchinari e rovina i prodotti.
Le famiglie delle zone residenziali alluvionate vivono ancora nella paura che possa rompersi nuovamente l’argine. "Quando c’è un’allerta – dicono – abbiamo ancora paura e mettiamo le paratie alle porte". I bonifici della regione sono arrivati a poche famiglie: da qualche settimana si è fermato tutto. Le pareti delle case trasudano ancora umidità e bisogna aspettare che asciughino per rifare l’intonaco. Ma soprattutto, alcune famiglie non sono ancora ritornate nella loro casa.