Campi Bisenzio (Firenze), 3 aprile 2024 – Barbara e Serena sono due dei simboli dell’alluvione che nel novembre scorso ha sconvolto la vita di tanti campigiani. Coetanee (Barbara ha 52 anni, Serena ne ha 55), sono accomunate anche dal fatto che hanno perso entrambe due auto e a distanza di cinque mesi non sono potute rientrare con le loro famiglie nelle rispettive abitazioni di via Cetino, una delle strade più disastrate dalla furia dell’acqua. La prima si è trasferita con il marito e il figlio a casa dei suoceri, la seconda dalla mamma e la prima cosa che ti colpisce ascoltando il racconto di quel drammatico 2 novembre e delle settimane successive è che la loro voce si incrina ancora. "Vuole sapere se nei prossimi mesi sarò contenta di rientrare in casa? Non lo so, appena piove un po’ più forte mi prende l’angoscia", racconta Barbara.
E anche Serena non è da meno: "Cadono due gocce e non riesco a dormire". L’abitazione di Barbara, fra l’altro, poteva trasformarsi in una trappola senza via d’uscita: "Per fortuna abbiamo un piccolo soppalco e ci siamo rifugiati lì, compresi tre gatti. Piano piano l’acqua, oltre un metro e mezzo, ha iniziato a scendere, ma sono stati attimi infiniti". La sua casa è tuttora inagibile, i muri sono pieni di umidità: "Speriamo nella bella stagione, certo le spese che dobbiamo sostenere non sono indifferenti e finora abbiamo avuto soltanto i 3.000 euro della Regione, briciole in confronto a quello che abbiamo perso e che nessuno ci darà più". "Siamo riusciti a salvare soltanto una camera e un bagno – aggiunge Serena – e in giardino sono arrivati anche alcuni tronchi provenienti da villa Montalvo, un disastro. Quella sera eravamo a cena a Firenze per il compleanno del mio compagno, siamo rientrati in fretta e furia, ma sarebbero bastati pochi secondi in più per non essere qui a raccontare quello che abbiamo vissuto. Rimborsi? Soltanto i 3.000 euro della Regione, ma faccio come ho sempre fatto: mi rimbocco le maniche ed entro metà maggio speriamo di poter rientrare a casa".
Testimonianze che lasciano il segno e un’emozione palpabile. Ma la vita, suo malgrado, va avanti: entrambe fanno parte del Comitato Alluvionati Campigiani 2023 reduce, insieme agli altri, dall’incontro presso la Protezione civile regionale con l’assessore Monia Monni, l’ingegner Giovanni Massini, direttore difesa del suolo e protezione civile della Regione e il sindaco di Campi, Andrea Tagliaferri. L’occasione, quindi, per fare il punto della situazione sull’altro aspetto che interessa maggiormente i cittadini: quello dei lavori e della sicurezza idraulica. "Ci saremmo aspettati più certezze – dicono dai comitati - sui fondi da stanziare e che serviranno per la progettazione e la realizzazione di interventi su tutto il reticolo idrogeologico, le aree di laminazione, le vasche di espansione e quant’altro sia necessario per ridurre i rischi di nuove piene e aumentare al tempo stesso la resilienza dei sistemi di sicurezza rispetto alle ‘nuove’ condizioni climatiche".
Guardando invece al presente, "I lavori immediati, e già in corso, riguardano il ripristino e la messa in sicurezza, con il consolidamento dell’argine della Marina e la formazione di un nuovo muro a Santa Maria. Tutto questo fa sì che il rischio sia mitigato al massimo, resta il problema che i cosiddetti ‘eventi metereologici straordinari’, come quello di novembre, oggi hanno una cadenza più frequente. Inoltre, saranno consolidati gli argini fino a Prato mentre solo su Campi sono previsti 106 milioni di interventi idraulici già coperti economicamente".