Prato, 7 novembre 2023 – Un dramma nel dramma. Da Migliana e da Schignano arriva un appello: siamo soli, aiutateci. Da giovedì sera le due frazioni devono convivere con criticità enormi dovute alle frane e ai cedimenti di strade che hanno letteralmente murato in casa diversi cittadini, fra questi anziani, malati, neonati e disabili. Senza elettricità, senza acqua, senza telefono, senza auto e soprattutto senza strada, chi ha potuto ha fatto richiesta di aiuto e l’unico supporto per giorni è arrivato dai concittadini, che hanno fatto la spola per prelevare l’acqua dalle abitazioni che ancora l’avevano per portare taniche di acqua potabile alle case che erano senza. Migliana è la frazione con più problemi per i danni enormi alla viabilità principale e secondaria. Ieri è franata anche l’unica strada che porta alla riserva naturale dell’Acquerino. Non è un caso che i due contigenti di militari arrivati in provincia sia stati per il momento impiegati proprio nel comune di Cantagallo, nel tentativo di ripristinare prima possibile i collegamenti via strada.
Qualche miglioramento è già tangibile, ma il lavoro da fare è tantissimo in vallata. Anche domenica sono state evacuate 20 persone (sei famiglie) in una frazione del comune. Erano rimaste isolate a causa del cedimento della strada e adesso sono ospitate in strutture, da parenti e, alcune, alla parrocchia di Carmignanello. Ci sono intere località ancora completamente isolate, come Chiusoli, e la rabbia dei cittadini sale di giorno in giorno perché le difficoltà aumentano. «Buongiorno – scrivevano i cittadini sulla chat di Schignano appena l’altro giorno – adesso siamo esattamente a 31 ore e mezza senza corrente, mi sembra un po’ eccessivo. Inoltre non si è visto nessuno a chiederci se avevamo bisogno. Ci sono anziani e bambini piccoli che non ne possono più di stare al freddo, per non parlare della roba nei frigoriferi da buttare via». Proteste e problemi enormi anche a Gamberame. E la pazienza sta finendo.
"A Seano soli per tre giorni”
La via Statale, tra l’incrocio di via don Minzoni e la casa Rossa, ieri era ancora chiusa per allagamento, così come la zona industriale di Ficarello anche se svuotata dall’acqua era ricoperta di fango. Le aziende, grazie alla collaborazione dei dipendenti, lavorano da giorni per svuotare i capannoni e pulire. Il ritorno a singhiozzo dell’acqua ha rallentato le operazioni di pulizia e ha complicato pure la vita perché l’acqua non è ancora utilizzabile per scopi alimentari, deve essere bollita. Grazie al supporto di decine di volontari sia nella frazione di Seano sia nella zona artigianale di Ficarello e Bocca di Stella è stato possibile ripulire ma queste forze non bastano per un veloce ritorno alla normalità.
Venerdì sera il sindaco Edoardo Prestanti si era alterato di brutto, con un videomessaggio postato sulla sua pagina social e la notte stessa arrivò il presidente della Regione Eugenio Giani. Il Comune ha fatto un paio di richieste alla Regione: più idrovore e più persone e fra sabato e domenica sono arrivate le pompe e squadre di protezione civile da Marche e Umbria. L’assenza delle istituzioni però ha pesato, pur essendo comprensibile che l’alluvione ha colpito un territorio vastissimo che va da Campi alla provincia di Pistoia.
Poi è arrivata anche l’assessora alla protezione civile della Regione Toscana Monia Monni ma la tempestività dei soccorsi che chiedevano i cittadini rimasti anche per tre giorni senza luce né acqua e chiusi in casa, non c’è stata. I social sono stati l’unica cassa di risonanza per lanciare segnalazioni di famiglie isolate. «Il Comune di Carmignano – ha detto Prestanti – non può avere idrovore nell’armadio e la gestione di questi strumenti fa parte di una macchina organizzativa per la quale è necessaria una filiera di comando».
M. S. Q.
San Piero a Ponti, disastro di serie B
C’è una Piana di Serie B nel cataclisma. Quella delle frazioni meno conosciute nell’inondazione frettolosamente declinata nella narrazione come ‘l’alluvione di Campi’. E così in quella pianura e prima vallata ci sono borghi dimenticati, che lamentano abbandono e reclamano attenzione. Il borgo più disastrato è San Piero a Ponti, che, come si intuisce dal toponimo, si trova stretto tra due fiumi, il Bisenzio – che qui ha retto – e il Fosso Reale, esondato con furia mostruosa. Il paese si sviluppa attorno alla Pistoiese, un tempo strada di connessione tra la città dei vivai e Firenze, ma è rimasto periferia con l’autostrada. E questa antica strada lo spezza tra due comuni.
Qui si reclama attenzione. "Il Comune di Campi? Non si è visto. Quello di Signa invece sì. Basta guardare la differenza tra questo lato della frazione di qua e di là da via Pistoiese come è stato risistemato – dice Silvia di Effe Spurghi di via San Cresci –. Posso solo ringraziare i volontari che ci hanno aiutati, così come i vicini, che per fortuna ci hanno portato da mangiare". Ma anche sul versante sicurezza qualche fenomeno di sciacallaggio si è registrato: "Pensi che alla signora accanto hanno rubato due termosifoni…"
"È vero – conferma Nunzia Ferrara – Li avevamo messi fuori ad asciugare dopo averli puliti dal fango e ce li hanno rubati probabilmente nella notte". "Ci hanno abbandonato, che si paga a fare il Consorzio di bonifica? – chiede Maria Cristina Rossetti – Vogliamo risarcimenti, e facili". Anche a Legri la Marinella ha tracimato, spazzando via orti, causando smottamenti e allagando cinque case.
Carlo Casini