Luigi Caroppo
Cronaca

“I soldi ci sono, opere ferme. La Regione è colpevole”

La replica di Capecchi (Fratelli d’Italia) a Monni: ignorate le carte del pericolo

Firenze, 12 dicembre 2023 – Consigliere Alessandro Capecchi, lei sostiene che l'assessora Monni ha fatto una fotografia inesatta riguardo la prevenzione idrogeologica pre alluvione nell'intervista a La Nazione. Ci spieghi.

"L’assessore Monni ha fatto una analisi auto assolutoria, molto indulgente anche con i consorzi di bonifica. Non ha detto nulla sulle numerose, e rovinose, rotture arginali che hanno causato onde di piena, quelle che hanno devastato interi quartieri, residenziali e produttivi - sottolinea l'esponente di Fratelli d'Italia e vicepresidente della Commissione Ambiente in consiglio regionale toscano - Ha dato ragione alla Autorità distrettuale di Bacino perché non poteva fare altro. Ma la Regione continua a fare di testa propria sulla prevenzione senza coinvolgere realmente l'Autorità, unica struttura tecnica che si occupa esclusivamente di prevenzione e che conosce bene il dissesto idrogeologico del territorio. Peraltro anche il Ministero dell'Ambiente così come il Dipartimento di Protezione civile dovrebbe chiedere conto all'Autorità prima di erogare risorse: solo così si farebbero davvero valere le mappe del rischio e andrebbero i soldi sulle vere priorità. Solo dalla Protezione Civile sul Pnrr sono arrivati 60 milioni e l'Autorità non mi risulta sia stata sentita. Questo anche tenendo conto dello stato di attuazione reale delle opere che il Commissario (Giani) certifica con la sua relazione annuale al Ministro dell'Ambiente; sarebbe anzi auspicabile che gli uffici a Roma controllino più nel dettaglio per evitare che i soldi non vengano spesi".

Qualche esempio?

"Le opere incompiute sull’Arno: le casse di espansione Pizzicone, Restone, Prulli, Leccio e adeguamento della diga di Levane che potrebbero invasare potenziali 35 milioni di metri cubi ma sono ancora da realizzare, nonostante che nelle carte dell'Autorità di Bacino ci siano dal 1999 e nonostante che il loro costo sia lievitato a oltre 200 milioni, i soldi ci sono e le opere sono pure ferme. Come ha ribadito anche il Ministro Musumeci a Campi".

Non le tornano i numeri dei finanziamenti? 190 milioni all' anno dalla Regione e 20 dai governi per opere idriche e manutenzione?

"Non conta quanto si stanzia, ma come è per cosa si riesce a spendere. Peraltro dal 2019 da Roma sono arrivati circa 200 milioni. Sulle zone alluvionate ci sono circa 30 milioni di queste risorse, ma su alcuni stralci del torrente Marina siamo ancora alla conferenza di servizi per la progettazione. Se questa è urgenzae l'indifferibilità... Inoltre Giani, in qualità di presidente di Regione, per legge (lo volle il governo Renzi) è commissario per le opere contro il dissesto, ed ha poteri straordinari per progettare, finanziare e realizzare le opere. Di questo poco o nulla si è detto.Tanto è vero che firma le ordinanze e destina i soldi anche dello stato sulle opere e decide pure chi deve fare il soggetto attuatore( Consorzi, Comuni ecc). può agire in deroga praticamente a tutto".

Quindi lei è d'accordo con Gaia Checcucci, segretario dell'Autorità di Bacino, quando dice che il rischio si conosceva e poco è stato fatto anche e soprattutto per il reticolo minore?

"Certo. Del resto la Checcucci è stata anche direttore al Ministero su questa materia e credo che la conosca molto bene. Tornando al reticolo minore: ci sono le grandi opere e poi c'è la manutenzione ordinaria e straordinaria costante che evidentemente è stata sottovalutata negli anni, forse perché dà meno lustro che tagliare un nastro spesso finto. Si è proceduto a tombature e restrizioni dell'alveo a favore di lottizzazioni importanti. Basta guardare le cartografie degli ultimi 30 anni per capire cosa è successo nella piana. E specifico che titolare della pianificazione urbanistica è la Regione. Non è un caso che le due regioni in cui si è voluto dare una impostazione ideologica anche alla manutenzione delle opere idrauliche siano andate sott’acqua... E’ il momento di cambiare approccio al tema, senza cambiare necessariamente le regole, ma facendole rispettare e, soprattutto, associare i finanziamenti a date certe".

Monni chiede unità d'intenti a tutti i partiti per ristori certi e subito per fare ripartire il distretto e aiutare le famiglie. Voi di Fratelli d'Italia ci siete?

"Noi ci siamo sempre, ma non si possono omettere le doverose verifiche su ciò che è successo puntando solo sul clima avverso, se non sul destino cinico e baro. Il sistema Toscana non ha funzionato dal punto di vista della prevenzione, dell’allerta, della Protezione Civile, nonostante l’indubbio sforzo di volontari e associazioni. Come erano i colori quel famoso giovedì? Perché ci sono state così tante rotture arginali? E’ giusto che tutto sia censito come allerta media e che non si sia dato una colorazione più scura tranne che nella Val di Bisenzio? Come e chi ha operato nel sistema di protezione civile quella notte ? Vogliamo capire e sapere".

Giani commissario per la ricostruzione. Fermo no come dice la Lega oppure si aprono nuovi scenari?

"Giani sta svolgendo troppi ruoli e purtroppo i risultati si vedono, in negativo. E’ presidente, assessore al bilancio e allo sport, è commissario per il dissesto idrogeologico e ora anche commissario all’emergenza. In più gira come una trottola per là Toscana tutti i giorni. Con la sua sovraesposizione mediatica prova a coprire i problemi, che invece esplodono come i fossi tombati".

Fratelli d'Italia chiede la commissione d'inchiesta. Solo mossa politica in vista delle elezioni del '25 o volete indagare per cambiare le regole della prevenzione?

"La commissione di inchiesta, a fronte dei morti e di migliaia di famiglie e aziende rovinate, è doverosa. Ed i primi a volerla dovrebbero essere proprio gli amministratori del Pd, che nel tempo hanno cumulato le maggiori responsabilità. E’ uno strumento importante per capire come strutturare un sistema migliore. Magari con persone diverse e verifiche puntuali, non necessariamente stravolgendo. Si chiama responsabilità".