Firenze, 24 dicembre 2021 - In una grotta di Greccio, durante la notte di Natale del lontano 1223, San Francesco rappresentò, per la prima volta al mondo, la Natività con personaggi viventi. Ma perché scelse questo piccolo borgo, arroccato come un nido d’aquila sulla roccia di un costone boscoso, per realizzare il primo presepe della storia?
In realtà Frate Francesco arrivò a Greccio molti anni prima, esattamente nel 1209. Secondo la leggenda, incaricò un bambino di quattro anni di scegliere per lui la sua nuova ‘casa’, dove avrebbe abitato da eremita, in silenzio e preghiera. Gli fece lanciare un tizzone di fuoco, che cadde in un posto dove c’erano delle grotte. È lì che visse e, quattordici anni dopo, tornò per rappresentare la Natività. Dopo un viaggio in Palestina, quell’anno il frate di Assisi immaginò di ricostruire a Greccio, perché gli ricordava Betlemme, la rievocazione della nascita di Gesù, con persone e animali.
Pochi giorni prima, in pieno autunno, si era recato a Roma, da Papa Onorio III, per chiedergli il permesso. “Voglio vedere, almeno una volta con i miei occhi, la nascita del Divino infante. Questo è il mio desiderio”, gli disse: e il Papa acconsentì. Una volta a Greccio, il poverello d’Assisi volle che si portasse il fieno nella mangiatoia e che si conducessero l’asino e il bue. Il primo presepe della storia non aveva però Giuseppe e Maria: nessuno dei presenti vestì i loro panni per “non dare spettacolo della nascita di Gesù”. Ma ecco che miracolosamente, durante la messa, leggenda narra che nella culla sarebbe apparso un bambino vero, in carne e ossa, che Frate Francesco prese tra le sue braccia e cullò teneramente sul suo petto. Scena che Giotto ha rappresentato in uno tra i suoi affreschi più famosi.
Nel corso dei secoli, il presepe è stato replicato nelle chiese, e come consuetudine nelle case, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, negli ospedali, nelle carceri e in molte piazze del mondo. La scena della grotta con la mangiatoia, anno dopo anno mostra il ‘mistero dell’incarnazione’, del ‘Dio in mezzo a noi’, evento straordinario e unico che ha cambiato il corso della storia. Essendo i poveri tradizionalmente considerati i privilegiati di questo mistero, non possono mancare, accanto alla Capanna, statuine di pastori e mendicanti. Il cielo stellato simboleggia la Luce che rischiara il buio di ogni notte, e completano la Natività gli angeli, la stella cometa e i paesaggi, con rovine di case e scorci di antichi paesi. Al di là delle polemiche di chi vuole abolirlo per non offendere i fedeli di altre religioni, e di chi intende farne un simbolo identitario esclusivo, il presepe continua ad essere rappresentato in ogni angolo di mondo, e a commuovere grandi e piccini. Perché, con la semplicità di un segno, San Francesco ha saputo riproporre uno scorcio universale, di un mondo umano e fraterno. Dove non esistono esclusi o emarginati che non possano essere accolti dal Bambin Gesù.
Nasce oggi
Elisabetta di Baviera (imperatrice austriaca conosciuta come Sissi) nata il 24 dicembre 1837 a Monaco di Baviera, Germania. Ha detto: “Ho amato, ho vissuto, ho peregrinato attraverso il mondo ma mai ho raggiunto ciò che cercavo. Ho illuso e sono stata illusa”.