Firenze, 25 agosto 2021 - Ci sono cose talmente visibili da essere perfettamente nascoste. Il primo a intenderlo fu Galileo Galilei, puntando il cannocchiale verso il cielo. E da quel giorno l’astronomia non è stata più la stessa. Fu lui il primo uomo a rivolgere gli occhi verso quel “grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi (io dico l’universo) – scriverà il genio pisano - ma non si può intendere se prima non s’impara a intender la lingua, e conoscer i caratteri, ne’ quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica”. Un’autentica rivoluzione che il 25 agosto del 1609 lo scienziato mostrava al cospetto del Senato di Venezia, presentando il primo telescopio rifrattore della storia. Illustrandone il funzionamento e sostenendo al contempo la realtà del sistema eliocentrico e della teoria copernicana.
Il primo telescopio era costituito da un tubo di legno con due lenti alle estremità, una concava e l’altra convessa: grazie a questo strumento Galileo era in grado di osservare i paesaggi lunari, i satelliti di Giove, le stelle della Via Lattea. Il resto è storia: a seguito delle sue teorie, dei suoi studi sul moto, delle sue invenzioni e anche dell’introduzione del metodo scientifico, Galilei fu accusato e processato per eresia dal Sant’Uffizio, sostenitore invece del sistema tolemaico per cui era la Terra il centro dell’universo, e fu infine costretto all’abiura. Ma chi era veramente Galileo Galilei? Padre del metodo sperimentale e della ricerca astronomica, è stato un grande fisico, matematico, filosofo e anche accademico. Ma non è ugualmente noto quanto questo grandissimo scienziato sia stato anche un apprezzato poeta e letterato, esaltato poi da Foscolo, Leopardi, Pirandello, Ungaretti e Calvino. Virtuoso musicista – da suo padre imparò a suonare il liuto - e anche valente artista, autore di splendidi acquerelli e schizzi, considerato addirittura tra i maggiori critici d’arte del ‘600. Non risparmiava commenti salaci ad esempio sull’Arcimboldo, autore, secondo lui, di “capricci che hanno una confusa ed inordinata mescolanza di linee e colori”.
Lo spessore della sua figura e delle sue scoperte per secoli hanno influenzato gli aspetti più vari della cultura occidentale, finanche i capolavori dell’arte. L’orizzonte delle sue conquiste scientifiche sulla cultura visiva si fece evidente già nel primo ‘600. Dopo la pubblicazione del ‘Sidereus Nuncius’, ecco infatti apparire nella celebre ‘Fuga in Egitto’ di Adam Elsheimer la prima raffigurazione della Via Lattea, seguita da innumerevoli rappresentazioni della luna proprio come fu vista dal cannocchiale di Galileo. Anche il genere della natura morta, grazie allo scienziato e letterato pisano, ha sviluppato nuove formule compositive, con i simboli della vanitas che lasciavano il posto a una esecuzione documentaristica legata appunto allo sviluppo delle scienze naturali. Galileo, con strumenti quali il cannocchiale, il microscopio e il compasso, fu anche imprenditore, al tempo stesso non indenne da alcune debolezze e piccoli vizi: si pensi agli studi di viticoltura e ala passione per il vino dei Colli Euganei, di cui si riforniva barattando i suoi strumenti di precisione o alla produzione e vendita di pillole medicinali.
Tuttavia su Galileo, come spesso capita per i grandi personaggi, si diffusero notizie fasulle che servirono però ad alimentarne il mito. Ad esempio non salì sulla torre di Pisa per il celebre esperimento dei due corpi in caduta, sulla sua lapide non è incisa la celebre frase ‘Eppur si muove’ come vorrebbe la leggenda, e non inventò il telescopio. Piuttosto perfezionò un cannocchiale messo a punto da un ottico olandese, ma fu comunque il primo a usare lo strumento per guardare il cielo. Cosa bizzarra, proprio lui che venne accusato di eresia – il Vaticano cancellerà tutte le accuse a suo carico nel 1992 – annunciò, da giovane, di aver avuto la vocazione e si fece addirittura monaco, anche se suo padre lo ritirò dal convento. Uomo burbero e spesso litigioso con i colleghi, non si sposò mai, e le sue figlie, nate fuori dal matrimonio, passarono tutta la vita in convento.
Fu autore di una serie di invenzioni curiose, come le bussole da guerra per puntare i cannoni, il raccoglitore di pomodori, un pettine tascabile che diventava un utensile per mangiare. Si ingegnò anche per far arrivare la luce nei bui corridoi degli edifici, deviandola con una combinazione di specchi e candele. Sulle maree prese però un abbaglio: nonostante avesse abbracciato la teoria eliocentrica copernicana, ritenne errata la teoria kepleriana. Certo è che la scienza sarà sempre debitrice al genio pisano, definito non a caso da Albert Einstein: “Il padre della fisica moderna”. E la sua figura, il suo esempio, la sua biografia, le sue scoperte e il suo insegnamento, continua a parlare, ancora oggi, non solo a scienziati, fisici e matematici. Come scrisse un giorno lo stesso Galileo: “Non basta guardare, occorre guardare con occhi che vogliono vedere, che credono in quello che vedono”. E questo vale un po’ per tutti. E per tutto.
Nasce oggi
Claudia Schiffer nata il 25 agosto 1970 a Rheinberg, Germania. Top model e attrice, modella tra le più famose degli ultimi anni, ha raggiunto l’apice della popolarità nel corso degli anni novanta e segnato la stagione delle super top. Ha detto: “La moda è importante per la nostra fantasia”.
Maurizio Costanzo