MAURIZIO COSTANZO
Cronaca

Almanacco del giorno: 25 dicembre 1914, quando la Grande Guerra si arrese al Natale

È passato alla storia come il ‘miracolo’ delle tregua di Natale: i soldati uscirono dalle trincee e, per la notte Santa, deposero le armi e si scambiarono auguri e doni

Un'immagine della tregua di Natale

Firenze, 25 dicembre 2021 – Uscirono dalle trincee, all’inizio sospettosi e con le mani pronte sui fucili. Poi, abbandonata ogni difesa, si incontrano nella ‘terra di nessuno’. E lì scattarono strette di mano, in qualche caso anche abbracci e piccoli scambi di regali: cioccolata, sigarette, fotografie e indirizzi. Ma sempre stando attenti a non avvicinarsi troppo alle trincee dei nemici ‘per timore di vedere troppo’. Accadde il giorno di Natale del 1914, durante la prima guerra mondiale.

Giovani uomini impegnati in quella logorante guerra di trincea, con “lo stesso identico umore ma la divisa di un altro colore”, per dirla con Fabrizio De André, misero in atto qualcosa di inimmaginabile, accaduto sul fronte occidentale, spontaneamente, grazie al coraggioso gesto di soldati semplici tedeschi e inglesi, ma anche francesi e belgi. Che, sussurrando auguri e accendendo lumini lungo la trincea prima, e gridando e intonando canti di Natale poi, si accordarono coi nemici per un momentaneo e non ufficiale cessate il fuoco. Fu un attimo di luce in un tunnel di orrore, disperazione e fango, passato alla storia come il ‘miracolo’ della tregua di Natale.

Il racconto di cosa avvenne quel giorno, ci è giunto dalla testimonianza degli stessi soldati, grazie alle lettere inviate ai parenti e spesso da questi consegnati ai giornali dell’epoca perché le pubblicassero. In alcune c’è chi parla addirittura di una partita di football, di un soldato tedesco che si offrì di fare il barbiere per gli inglesi, di chi improvvisò scenette in maschera. E persino del mitico e irresistibile pudding di Natale: “Dopo il primo morso – scrisse un soldato - i tedeschi erano nostri amici per la vita”. La vicenda, che qualche storico scettico cerca ancora di bollare come inventata, non è così rara e incredibile come può sembrare. Nella storia delle guerre, più di una volta sono accaduti episodi di fraternizzazione tra truppe nemiche. Soprattutto nei primi mesi di quel conflitto, in alcuni casi si negoziarono tregue momentanee per permettere il recupero dei caduti, e secondo la legge del ‘vivi e lascia vivere’, vennero limitati, almeno per i primi tempi, azioni troppo aggressive.

Sarebbe bello se il giorno di Natale potesse durare tutto l’anno. Se quella gioia, quella serenità, quella pace che questo santo giorno sa ispirare, potesse non avere fine. In realtà, quella tregua ebbe una durata limitata. Appena poche ore dopo essere diventati amici, i soldati tornarono acerrimi ‘nemici’. Ciascuno nelle proprie trincee, a colpirsi con pari vigore e uccidersi a vicenda. Quel massacro sarebbe durato altri quattro anni, causando milioni di morti militari e civili, feriti, mutilati. Alcuni dei protagonisti della tregua di Natale caddero in battaglia pochi minuti, giorni o mesi dopo. Ma c’è stato anche chi, più fortunato, è riuscito a tornare a casa.  L’ultimo di loro, Alfred Anderson, è morto nel 2005 a 109 anni. I suoi quattro figli e i suoi tanti nipoti e bisnipoti raccontano che non ha mai dimenticato lo straordinario Natale del 1914. Quando anche la guerra più spietata si arrese non alle armi e ai bombardamenti, alla forza o alle bombe. Ma al Santo Natale.

Nasce oggi

Justin Trudeau nato il 25 dicembre 1971 a Ottawa. È il ventitreesimo Primo Ministro del Canada dal 4 novembre 2015 e leader del Partito Liberale del Canada.