
Devastazione dopo lo tsunami
Firenze, 26 dicembre 2021 - Il giorno dopo aver festeggiato il Natale, il mondo si ritrovò a piangere per un’immane tragedia, passata alla storia come la più grave catastrofe naturale dell’era moderna. Il 26 dicembre 2004, il terzo più potente terremoto mai registrato, con epicentro in fondo all’oceano, provocò un’onda che uccise oltre 230 mila persone in 14 Paesi affacciati sull’oceano Indiano.
La scossa di magnitudo 9,1 avvenuta alle 7:58 locali, provocò uno tsunami che travolse e devastò interi tratti di costa, a partire da quella occidentale dell’isola indonesiana di Sumatra, la più vicina all’epicentro. Pochi istanti dopo, la provincia di Aceh, che contò oltre 180 mila morti, fu spazzata da onde di maremoto alte fino a 20 metri , che si propagarono ben presto in ogni direzione. Un’ora più tardi raggiunsero la Thailandia provocando 8 mila tra morti e dispersi, tra cui migliaia di turisti stranieri, ma anche le Maldive, lo Sri Lanka e l’India, provocando vittime persino sulla costa orientale dell’Africa.
I soccorritori si trovarono di fronte a scene apocalittiche. Specie ad Aceh, il mare era penetrato quasi a 10 chilometri , travolgendo tutto e tutti. Il gigantesco sforzo di ricostruzione coinvolse fino a 500 organizzazioni non governative, per aiuti complessivi di 14 miliardi di dollari. Oggi, le aree colpite sono state completamente ristrutturate, e migliaia di case ricostruite. Nella stessa Banda Aceh, la capitale provinciale diventata simbolo della tragedia, le poche tracce dello tsunami visibili sono quelle lasciate volontariamente come ricordo: su tutte il relitto di una nave da 2.600 tonnellate che terminò la sua corsa a oltre due chilometri dal litorale.
E se una simile calamità dovesse ripetersi? Per non farsi trovare impreparati sono state realizzate migliori via di fuga, piantagioni di mangrovie per frenare l’impatto delle onde, rifugi d’emergenza e un sistema coordinato di allarme a partire da boe collocate nell’oceano Indiano. Ma va da sé che tale infrastruttura non è mai stata testata in una reale situazione d’emergenza di tale portata. C’è però un precedente, e risale all’aprile del 2012, quando un potentissimo terremoto scosse il fondale marino in un punto non lontano da quello del 2004. Tuttavia, sia in Indonesia che in Thailandia, il sistema acustico di allarme lungo la costa rimase silente. Un segnale non proprio incoraggiante:
Nasce oggi
Henry Miller nato il 26 dicembre 1891 a Yorkville, New York. È stato uno scrittore, pittore, saggista e reporter di viaggio statunitense. Ha scritto: “La nostra destinazione non è mai un luogo, ma un nuovo modo di vedere le cose”.