Firenze, 3 gennaio 2022 – “Abbiamo fatto l’Italia, ora dobbiamo fare gli Italiani”. Quando Garibaldi pronunciò questa frase, non poteva certo immaginare che, per riuscirci, sarebbe bastata una ‘scatola’ di legno o di plastica, meglio ancora con telecomando e streaming: la televisione. Eppure è ciò che è realmente accaduto dal 3 gennaio 1954. Quando precisamente alle 14,30, in una storica domenica pomeriggio, andò in onda ‘Arrivi e Partenze’, breve rubrica settimanale di interviste a personalità in arrivo o in partenza dall’aeroporto di Ciampino. “La Rai, Radio televisione italiana, inizia oggi il suo regolare servizio di trasmissioni televisive”. Con questa frase, affidata al sorriso di Fulvia Colombo, nasceva ufficialmente la televisione italiana.
O meglio, è in questa data che la Tv, alla quale in Italia in un modo o nell’altro si lavorava dal lontano 1929, cominciò le sue trasmissioni regolari sul primo canale. A fare gli onori di casa da Milano c’erano Armando Pizzo e un giovane Mike Bongiorno, già perfettamente a suo agio nel ruolo di intervistatore e intrattenitore. In serata, dopo una rubrica dedicata all’arte, andava in onda il Tg alle 20.45, più tardi rispetto a oggi, seguito da ‘Teleclub’ il primo talk show della televisione italiana, e poi dalla recita ‘in diretta’ di una commedia di Goldoni. In chiusura il programma in assoluto più longevo: La Domenica Sportiva. Nel giro di pochissimo, la Tv dimostrò tutto il suo fascino e il suo potere sugli italiani, conquistandoli attraverso un diluvio di palinsesti e di programmi che hanno di fatto accompagnato la storia del Paese.
Dal mitico ‘Lascia o Raddoppia?’ sempre con Mike Bongiorno, che dal novembre 1955 ha unificato l’Italia, catalizzando l’attenzione di tantissimi ogni giovedì sera, fino al teatro d’autore: il 30 dicembre del 1954 esordiva in tv Eduardo De Filippo con ‘Miseria e Nobiltà’. E poi ‘Il Musichiere’ di Mario Riva, gli sceneggiati, lo sport, i programmi per combattere l’analfabetismo come ‘Non è mai troppo tardi’ con l’indimenticabile maestro Manzi, e quelli per bambini come ‘Zurlì, mago del giovedì’ con Cino Tortorella in onda dal 10 gennaio del 1957, e lo Zecchino d’Oro che arriverà nel ‘59. Il 3 febbraio del 1957 nasceva un altro programma cult, Carosello, con il suo teatrino di ‘reclame’ in onda tutte le sere dopo il telegiornale, nello stesso anno di esordio di Rin Tin Tin. Il ‘58 è stato un altro anno d’oro con Canzonissima vinta da Nilla Pizzi, e del Festival di Sanremo in cui a primeggiare è stato Mimmo Modugno con ‘Nel blu dipinto di blu’.
Per il Belpaese, quel 3 gennaio del 1954 ha indubbiamente segnato una rivoluzione, subito fotografata dalla Domenica del Corriere, che all’arrivo dell’apparecchio televisivo nei tinelli della borghesia più agiata dedicò una storica copertina. Allora si trasmetteva in bianco e nero, la qualità del segnale non era entusiasmante, ma già nei primi mesi di quell’anno gli abbonati erano 24 mila, diventati poi oltre 88mila a dicembre, quando i ripetitori erano nove e gli studi televisivi otto, cinque a Milano, due a Roma e uno a Torino. Nel giro di quattro anni si superarono ampiamente il milione di abbonati, che in dieci anni divennero cinque. In breve tempo la televisione è entrata ovunque: nelle trattorie, nei bar, nei circoli, nelle parrocchie, nelle case più modeste. Unendo davvero l’Italia che si riprendeva dalla guerra, felice la sera di ritrovarsi in una immensa piazza virtuale. Davanti a quella ‘scatola magica’, i cui contenuti miravano a diffondere un sistema di valori, nel segno della pubblica missione di servizio e di divulgazione socio-culturale, cui la Rai non è mai venuta meno.
Nasce oggi
Greta Thunberg nata il 3 gennaio 2003 a Stoccolma. La giovane attivista svedese, nota per il suo impegno a favore dell’ambiente, è diventata simbolo mondiale nella battaglia contro i cambiamenti climatici. Ha detto: “Non sei mai troppo piccolo per fare la differenza”.
Maurizio Costanzo