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Almanacco del giorno: 8 agosto 1969, scattata la foto leggenda del ‘mistero’ dei Beatles

Lo scatto più famoso al mondo della storia della musica, quello di Abbey Road, rivelerebbe la morte prematura di Paul McCartney. Leggenda, mito e curiosità di una tra le copertine più celebri e citate

Lo scatto dei Beatles ad Abbey Road

Firenze, 8 agosto 2021 - Era l’8 agosto 1969, verso mezzogiorno, quando il fotografo Iain MacMillan immortalò i Beatles mentre attraversano le strisce pedonali. La foto più famosa al mondo della storia della musica, fu scattata in bilico su una scala in mezzo alla strada.

L’immagine iconica fu scelta tra sei scatti di quel momento: fu la terza di quella scarna rosa di pose a diventare la copertina del mitico album della banda inglese dal titolo ‘Abbey Road’. Il perché quella foto sia divenuta leggendaria, sta nei simboli che rivelerebbero un segreto, anzi, il più grande mistero dei Beatles: la morte prematura di Paul McCartney. Un autentico giallo, alimentato da tutta una serie di non celati particolari. Chi, all’epoca, si trovò tra le mani quel disco appena comprato, si accorse subito di un’eccezionale caratteristica, che balza immediatamente all’occhio: pur trattandosi della copertina di un disco, è l’unica, nella storia della band inglese, dove non compaiono né il titolo né il nome del gruppo. Più che una copertina di un Lp dunque, sembrava essere un’immagine consegnata alla storia, un messaggio indirizzato ai fan più attenti: niente parole, solo il silenzio di passi fermi per sempre.

Sparsi qua e là come in un giallo dalla ‘verità’ impronunciabile, proprio i fan più attenti colsero i vari indizi, uno dopo l’altro. A cominciare da quella posa, stranissima: i quattro ben allineati, in marcia da sinistra a destra, come se andassero via dagli studi di registrazione della EMI, il cui ingresso si trova sul marciapiede di sinistra. Una processione in cui, non a caso, in testa al gruppo c’è John Lennon interamente vestito di bianco, il colore degli angeli. Qualcuno vide in lui il gran sacerdote, il ministro del culto. Altro particolare elemento, il vestito del colore opposto di Ringo Starr, completamente in nero come gli impresari delle onoranze funebri, considerato il portatore della bara. Il terzo a seguire nella fila è Paul McCartney, in cui balzano all’occhio due elementi: il primo: che è l’unico del gruppo a risultare fuori passo; il secondo riporta alla mente la tradizione del Regno Unito, dove i morti vengono sepolti scalzi. E infatti è l’unico scalzo ad attraversare la strada. Chiude la processione funebre, George Harrison, vestito in jeans, il becchino, colui che scaverà la fossa.

Ma agli occhi attenti dei fan non sfuggono tutta una serie di altri particolari: come la targa LMW 281F del maggiolino parcheggiato sulla sinistra, che starebbe a significare “Linda McCartney Widow” (Linda McCartney vedova) oppure “Linda McCartney Weeps” (Linda McCartney piange). Anche il numero 28 sarebbe da ricondurre agli anni di Paul McCartney se fosse stato in vita al momento dell’uscita del disco. Il maggiolino fu identificato dai fan, e la targa rubata così tante volte che i proprietari decisero di metterlo all’asta. E non sfuggì neppure il grosso furgone nero parcheggiato, che ricorderebbe un ‘Black Maria’, di quelli utilizzati dalla Polizia mortuaria negli incidenti stradali: da qui si è ricavata la causa della morte di Paul. E se questo non bastasse, mai come in un simile giallo può tornare utile la nota espressione dell’inglesissima regina del crimine Agatha Christie, secondo cui: “Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”.  Un’equazione comprovata dallo stesso McCartney, che avrebbe dovuto essere già morto al tempo della foto. Dunque, chi è il terzo della fila? Per i complottisti non c’è dubbio: è un sosia che lo avrebbe sostituito in un momento in cui la band non poteva sopravvivere all’uscita di scena di un suo componente così importante. E la prova starebbe in quella sigaretta, che Paul tiene nella mano destra. Nulla di strano, se non fosse che il ‘vero’ McCartney in realtà era mancino.

È tutto solo un caso o una semplice leggenda? Certo è che McCartney, da allora, e per fortuna, ha inciso altri brani e regalato al mondo altra splendida musica. E che quella di Abbey Road è una tra le copertine più celebri e citate della storia della musica pop. Da quel giorno non ha mai smesso di contribuire ad alimentare il mito dei Beatles e a stuzzicare la fantasia di artisti, fotografi, vignettisti e grafici e di tutto il mondo. Anche quel passaggio pedonale della via londinese su cui si affacciano gli Abbey Road Studios, nei quali i Beatles incisero per l’intera carriera, da quel momento è divenuto celebre e meta privilegiata di londinesi e turisti. Al punto che ogni anno tanti fan arrivano da tutto il mondo per imitare il passaggio dei quattro Beatles su quelle strisce pedonali – messe sotto lo stato di protezione da parte del governo britannico - in una sorta di laica tradizione a cui nessuno si sottrae. Un omaggio che nel 2016 è stato celebrato anche dall’ex primo ministro britannico, David Cameron, insieme all’ex ministra per la cultura, i media e lo sport, Tessa Jowell, immortalati in una posa che ricorda il leggendario scatto. Una tradizione che ogni 8 agosto si rinnova, anniversario di una foto che ha fatto di Abbey Road una meta di pellegrinaggio per chi crede, ieri come oggi, nella musica, nei suoi miti e nelle sue leggende immortali.

Nasce oggi

Dustin Hoffman, nato l’8 agosto 1937 a Los Angeles, California, Stati Uniti. Attore, regista e produttore cinematografico statunitense, nell’arco della sua carriera costellata di film di successo internazionale e prestigiosi riconoscimenti, ha vinto due Oscar. Ha dichiarato: “Un Oscar, il sesso, un gelato e una pizza. Se avessi questo ogni giorno per il resto della mia vita sarei felice”.  

Maurizio Costanzo