MAURIZIO COSTANZO
Cronaca

Almanacco del giorno: 10 settembre 1898, un anarchico uccide la principessa Sissi

La vita dell’Imperatrice dalla leggendaria bellezza è stata costellata di drammi che la portarono a viaggiare senza pace per l’Europa. In uno di questi viaggi perse la vita

Una scena del film in cui Romy Schneider interpreta Sissi

Firenze, 10 settembre 2021- Non è un caso strano che la morte sorprese la principessa Sissi proprio mentre era in viaggio. La duchessa Elisabetta di Baviera, poi Imperatrice d’Austria e regina d’Ungheria, adorava viaggiare, e questo amore spasmodico la portò, negli ultimi anni della sua vita, ad attraversare in lungo e in largo l’Europa. Andrà in Grecia, Italia, Inghilterra, Francia, Germania, Portogallo, Irlanda, ovunque il suo cuore venisse richiamato da un qualche oscuro spirito che l’attirava inconsapevolmente a sé. Detestava invece Vienna e il cerimoniale di corte, pur rimanendo sempre innamorata di suo marito, che patì molto la sua assenza diventata abituale. E proprio mentre era in viaggio in Svizzera, l’Imperatrice trovò la morte per mano dell’anarchico italiano Luigi Lucheni, che gli sferrò un colpo di punteruolo al petto.

L’assassino in realtà sperava di riuscire a uccidere il principe d’Orléans di passaggio a Ginevra, ma non riuscì a incontrarlo. Sissi era giunta in incognito sulle rive del Lago Lemano verso la fine di agosto del 1898, accompagnata dai suoi 8 domestici in livrea nera e un carico di decine di valigie. Ma la sua vera identità venne fuori abbastanza presto. E quando i giornali diffusero la notizia che la contessa von Hohenembs che alloggiava presso l’Hotel Beau Rivage altri non era che l’Imperatrice d’Austria, a Luigi Lucheni venne l’idea di attentare alla sua vita. Il 10 settembre attese che Sissi lasciasse l’albergo, e nei pressi dell’imbarcadero la pugnalò al petto con una lima ben affilata. In realtà l’assassino l’aveva colpita senza che nessuno se ne fosse accorto: si era avventato contro l’Imperatrice scaraventandola a terra, sembrava dunque la spinta di un malintenzionato intento a rapinarla.

Passato lo spavento, l’Imperatrice si risollevò e salì sul battello. Sissi si era imposta diete rigidissime, arrivando a pesare 50 kg . Indossava corpetti strettissimi, che la portarono ad avere un punto vita che misurava 47 centimetri . E proprio il corpetto che in quel momento stringeva il suo vitino da vespa, servì, per pochi attimi, a contenere l’emorragia. Ma appena il battello salpò, Sissi perse i sensi e si accasciò al suolo. L’imbarcazione fece immediatamente retromarcia e l’Imperatrice venne riportata nella sua camera d’albergo, dove spirò alle 14.40.

Alle 16.30 il presidente della Confederazione Eugène Ruffy ricevette un telegramma nel quale si comunicava che l’Imperatrice d’Austria era morta tre ore dopo un attentato a Ginevra. Quando l’Imperatore apprese la drammatica notizia, pronunciò queste storiche parole: “Nulla mi è stato risparmiato su questa terra”. L’assassino dirà al processo di aver compiuto quell’ignobile gesto: “Perché sono anarchico. Perché sono povero. Perché amo gli operai e voglio la morte dei ricchi”. Condannato all’ergastolo, Luigi Lucheni morirà in carcere per presunto suicidio, e la sua testa recisa venne esposta all’Hotel Metropole di Ginevra dove spesso soggiornava Sissi. Tra gli ospiti che la videro, i rivoluzionari bolscevichi Lenin, Molotov e Malenkov.

Della duchessa di Baviera, conosciamo una biografia piuttosto romanzata grazie al ciclo di film con l’indimenticata Romy Schneider, che per tutta la vita sarà l’imperatrice Sissi nel cuore dei suoi ammiratori. Della vera Imperatrice, conosciamo bene tutto quello che esageratamente hanno voluto tramandarci, a cominciare dalla leggendaria bellezza, gli amori e le frivolezze. È noto che la cura dei sui lunghissimi capelli la occupasse per circa tre ore al giorno. Poco si sa invece delle angosce, delle fughe, dei dolori di Sissi. La sua romantica storia d’amore, così favoleggiata, finì in realtà abbastanza presto. Il suo carattere ribelle divenne addirittura indomabile quando si aggiunse il peso insopportabile delle tante tragedie familiari che la colpirono. Prima la morte dell’adorata figlia Sofia ancora in fasce, poi quella di Massimiliano, il fratello del marito, e il suicidio del figlio Rodolfo. Per cercare di distrarsi da queste angosce, Sissi cominciò a viaggiare sempre più spesso. Si spostava soprattutto a bordo di una carrozza divenuta leggendaria, che poteva agganciarsi ai treni. Una vettura al cui interno era stato ricostruito un ambiente nobile, una lussuosa residenza con tanto di argenteria, cuscini in seta e ogni tipo di lusso a portata di mano.

La bellissima Imperatrice temeva molto la vecchiaia ma non gli anarchici: e quando la polizia quel fatidico giorno si offrì di scortarla, lei rifiutò. Era così afflitta e stanca della sua esistenza, che sembrava aspettare con una certa impazienza la morte. Nulla poteva farla desistere da un suo viaggio. La notte dell’arrivo in Svizzera, si dice abbia avuto una visione: una ‘figura bianca trasparente’ era venuta ad annunciarle sciagure. Ebbe un altro cattivo presagio mentre si dirigeva frettolosamente verso l’imbarcadero per non perdere la corsa: raccontano che, prima dell’assassinio, un corvo le sfiorò la testa. Nulla di tutto questo servì a fermarla. Andò incontro al suo destino, col coraggio di chi sale su una barca per perdere di vista la riva. Non per ritrovare se stessi, ma solo per perdersi.  

 Nasce oggi

Liliana Segre nata il 10 settembre 1930 a Milano. Attivista e politica, superstite dell’Olocausto e testimone della Shoah, ha vissuto in prima persona il dramma della deportazione. Il 19 gennaio 2018 è stata nominata senatrice a vita dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Ha detto: “Coltivare la memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l’indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare”.