
Una scena del film 'Nuovo Cinema Paradiso' di Giuseppe Tornatore
Firenze, 13 settembre 2021 - L’invenzione che molti fotografi stavano cercando da quarant’anni, arrivò non grazie a un chimico o a uno scienziato, ma per mano di un reverendo: l’americano Hannibal Williston Goodwin. Che in realtà voleva solo trovare un supporto su cui poter imprimere le immagini da utilizzare nelle sue lezioni sulla Bibbia, che fosse chiaro, durevole e molto più comodo delle rigide lastre di vetro.
I lunghi esperimenti iniziavano a fine giornata, quando il pastore rincasava dalla sua chiesa nel New Jersey. Dopo quasi un anno di lavoro sui supporti di nitrocellulosa, finalmente riuscì nell’intento: quello di realizzare qualcosa che unisse alla trasparenza delle lastre di vetro, la leggerezza e la flessibilità della carta. Nacque così la pellicola fotografica, invenzione che spalancò le porte alla nascita della cinematografia. C’era però un problema: il reverendo Goodwin era privo di alcuna formazione scientifica, e quando si trattò di specificare il metodo utilizzato nel processo chimico di produzione, si limitò a formule decisamente imprecise e nebulose. Mentre Goodwin era ancora alle prese con la sua domanda di brevetto, rigettata diverse volte, il 14 aprile 1894, Thomas Edison presentò al pubblico il suo kinetoscopio, una macchina in grado di far scorrere le immagini dando un’idea del movimento, che montava pellicole trasparenti in nitrocellulosa di larghezza 35 millimetri . L’agognato brevetto venne rilasciato al reverendo solo dopo anni, precisamente il 13 settembre 1898. A quel punto, nel 1900, fondò la Goodwin Film and Camera Company.
L’invenzione della pellicola aveva spianato la strada al cinematografo dei fratelli Lumiere, che avrebbe raccontato storie attraverso la ‘magia’ delle immagini in movimento. Il resto è memoria del Novecento. Coi grossi e pesanti rotoli di nastri portati da un cinema di paese all’altro per essere proiettati. I pomeriggi trascorsi in sala tra il brusio della gente, che per generazioni di uomini, donne e intere famiglie è stato l’unico svago possibile. I film di Totò, Scola, Monicelli, De Sica, Fellini. Quelli americani e quelli storici, le commedie dove si ride e i film drammatici dove si piange. E poi lo sguardo rapito dei bambini, che finalmente potevano immaginare di essere nel vecchio west, un guerriero indiano e persino una splendida principessa. Ogni paese, per quanto piccolo, aveva la propria sala da Cinema Paradiso, come nel film capolavoro di Giuseppe Tornatore: un luogo dove la fantasia e i sogni diventavano realtà.
Grazie all’invenzione del reverendo Goodwin, ha avuto inizio un viaggio onirico e surreale che non si è mai interrotto, e ancora dura. Col tempo si è evoluto, passando dai contrasti netti di luci e ombre del bianco e nero, ai colori sempre più vividi e brillanti. Ma non ha mai smesso di intercettare e interpretare l’attualità e i costumi di ciascuna epoca. La vecchia pellicola aveva tanti difetti: le immagini sgranate, l’evidente logorio del tempo, le strie dovute alla polvere, i graffi durante le proiezioni. E soprattutto era altamente infiammabile e pericolosa. Ma aveva un grande merito, che nessuna tecnologia all’avanguardia sarebbe riuscita mai a perfezionare: quello di aver permesso ai sogni di esistere. Ieri come oggi, in una grande sala o su un piccolo schermo. Dove tutto quello che va in scena è finto, ma niente è falso.
Nasce oggi
Fabio Cannavaro, nato il 13 settembre 1973 a Napoli. Allenatore ed ex calciatore, considerato uno dei migliori difensori della storia del calcio, nel 2006 è stato campione del mondo con la Nazionale italiana e vinto il Pallone d’Oro
Maurizio Costanzo