
L'Istituto degli Innocenti e la ruota degli esposti in un antico disegno
Firenze, 19 agosto 2021 - Per secoli il mondo antico è stato cieco e sordo nei confronti dell’infanzia abbandonata e infelice. Senza diritti, senza cure e senza alcun tipo d’istruzione, generazioni di bimbi piccolissimi e adolescenti, tanto nelle periferie urbane che in quelle rurali, hanno dovuto affrontare un’infanzia terribile, fatta di abbandoni e soprusi. Costretti, per sopravvivere, a crescere in fretta, a diventare subito adulti, a costo di essere schiavizzati pur di riuscire a guadagnare, a fine giornata, un misero tozzo di pane per sfamarsi. Bambini lustrascarpe o costretti un tempo a lavorare nelle miniere: lo sfruttamento dei poveri indifesi non appartiene però solo al passato, ma è una piaga che ancora oggi è presente e affligge il nostro mondo. C’è stato un momento della storia però, precisamente nel 1419, in un luogo preciso nel mondo, Firenze, in cui, per la prima volta, la ‘voce’ dei bambini invisibili venne finalmente, per la prima volta, ascoltata. Era il 19 agosto 1419, giorno in cui venne posta la prima pietra dello Spedale degli Innocenti: stava per nascere il primo brefotrofio d’Europa.
In quello che è ritenuto il primo edificio di carattere civile progettato in stile rinascimentale in assoluto, costruito su progetto di Filippo Brunelleschi che fonda proprio qui il nuovo stile quattrocentesco fiorentino, nacque un’istituzione che, dal quel momento, ha fatto propria la missione dell’accoglienza e della promozione dei diritti. La sua funzione di brefotrofio è indicata nei raffinati Medaglioni con i Bambini in fasce, in ceramica invetriata, realizzati da Andrea della Robbia nel 1463. Ed è da oltre sei secoli che il futuro dei bambini abita in questo luogo ricco di storia e bellezza, nel cuore di Firenze, in piazza Santissima Annunziata. Lo Spedale degli Innocenti, frutto di un lascito di 1000 fiorini del mercante pratese Francesco di Marco Datini, nacque come luogo apposito per la cura e l’assistenza dei piccoli abbandonati. Qui c’era la “ruota” degli Esposti, il luogo dell’abbandono dei bambini, che in origine era una finestra ferrata dove le mamme lasciavano i propri neonati. Fu installata il 5 febbraio 1445 (e fu attiva fino al 1875) data in cui fu accolto il primo “innocente”. Quello stesso giorno arrivò infatti il primo bambino: una neonata che venne chiamata con un nome prezioso, Agata Smeralda, a ricordare il valore inestimabile della solidarietà. Da allora sono stati migliaia i bimbi abbandonati e accolti agli Innocenti.
Una ricerca condotta dal personale dell’Archivio storico ha ricavato i numeri del fenomeno dell’abbandono dai registri di ingresso “Balie e Bambini”. I piccoli arrivati agli Innocenti nel 1874 erano stati 2.319, l’anno prima addirittura di più, 2.423. Un anno record era stato il 1871 quando il numero dei neonati accolti aveva raggiunto quota 2.530. Dati che parlano di un’emergenza accresciuta dalla seconda metà dell’Ottocento e dei seri problemi di gestione del sistema dell’accoglienza che vennero affrontati subito dopo l’Unità d’Italia. Molti di quelli che arrivavano e che erano registrati come figli “illegittimi” erano in realtà bambini che una famiglia l’avevano, ma a causa delle ristrettezze economiche, venivano per forza di cose affidati all’assistenza pubblica. Prima in una conca di pietra simile a un’acquasantiera, quindi attraverso una ‘finestra ferrata’: le madri disperate appoggiavano i figli (i “gittatelli”, come li chiamavano a Firenze) e un attimo dopo suonavano la campanella per avvisare della presenza del piccolo. La “ruota” vera e propria fu introdotta solo dal 1660, perché ritenuto il modo più efficace per garantire l’anonimato alle madri. Le quali, quasi sempre, compivano quel gesto in bilico fra rimorso e dolore, come testimoniato dalle medaglie spezzate a metà, con le quali si poteva continuare almeno a sperare, presentando l’altra metà, di poter ottenere un ricongiungimento in tempi migliori. Se il bambino aveva ricevuto il battesimo c’era l’usanza, per la madre che lo lasciava alla ‘ruota’, di porre un sacchetto di sale tra le fasce in cui il bimbo era avvolto. La ruota – che veniva chiamata anche ‘ferrata’ perché vi si accedeva da una grata di ferro, ma era detta anche ‘presepe’ - fu attiva fino al 30 giugno 1875 . In quello stesso ultimo giorno, tra le 22 e la mezzanotte furono lasciati due bimbi, rispettivamente una femmina e un maschio a cui vennero dati i nomi di Laudata Chiusuri e Ultimo Lasciati.
L’orfanotrofio degli Innocenti non era la destinazione finale dei trovatelli. Infatti, dopo essere stati lasciati sulla ruota, venivano successivamente esposti nella Loggia del Bigallo o in piazza Duomo, proprio per essere adottati dai fiorentini o ripresi dai genitori che si fossero ricreduti. È proprio da ciò che derivano i cognomi “Esposti” e simili. L’Istituto degli Innocenti, sempre attento ad assicurare condizioni di vita degne a Nocentini e Nocentine e ad assicurare loro un futuro, continuò la sua opera di accoglienza grazie all’Ufficio di Consegna, che contribuì ad arginare l’abbandono di minori, che per il giovane Stato Italiano era reato. L’obiettivo era quello di ospitare in Istituto prioritariamente i figli illegittimi, i bambini senza una famiglia o che non avevano nessuno che si prendesse cura di loro. La tradizione di accoglienza proseguì con lo stesso impegno e anche con la stessa riservatezza ma, grazie all’Ufficio di Consegna, alle nuove registrazioni e alle nuove modalità di accoglienza dei bambini, il numero degli esposti si dimezzò da subito. Nel 1876 gli saranno 1.324, l’anno successivo 1.126 fino ad arrivare in venti anni agli 803 bambini accolti nel 1895. Dal 1889 le registrazioni dei figli legittimi e con madre nota iniziano ad essere separate da quelle degli esposti: si sa quindi che nel ventennale della chiusura della finestra ferrata arrivarono agli Innocenti 605 bambini senza una famiglia, 198 bambini di cui si conosceva la famiglia e la madre. Dal 1880 il numero di bambini accolti resta sotto i 1000, consentendo all’Istituto di organizzare meglio la cura, l’educazione e la crescita dei suoi piccoli ospiti. Dal 1419 ad oggi: oltre 600 anni di accoglienza nella bellezza, di impegno, di cura e promozione per i diritti dell’infanzia. E non è un caso che il futuro dei bambini abiti, fin da allora, all’Istituto degli Innocenti: nato per la priva volta in Europa proprio in una città, Firenze, e su un territorio, la Toscana, dove la tradizione dell’accoglienza e della solidarietà è lunga e secolare.
Nasce oggi
Cesare Prandelli, nato il 19 agosto 1957 a Orzinuovi, in provincia di Brescia. Allenatore ed ex calciatore, è stato commissario tecnico della Nazionale italiana con la quale è stato finalista agli Europei del 2012. Ha detto: “La pratica sportiva è un microcosmo della vita fatto di sacrifici, applicazione nel lavoro, rispetto delle regole, successi e delusioni. Ma è soprattutto un modo sano di intendere la vita, a prescindere dai risultati che ciascuno può ottenere”.