
Il cimitero di New Orleans sommerso dall'acqua
Firenze, 29 agosto 2021 - Era la mattina del 29 agosto 2005 in America, pomeriggio in Italia, quando l’uragano Katrina, tra i più violenti e distruttivi della storia degli Stati Uniti, si abbatté sulle coste del golfo del Messico, colpendo proprio gli Stati della Louisiana e del Mississippi. Incrinò gli argini che difendevano New Orleans, finita proprio nel vortice dell’occhio dell’uragano. Le conseguenze furono disarmanti per la mitica capitale del jazz, allagata per il 75% della sua estensione. Terrificante il bilancio dei morti: 1.300 in diversi Stati degli Usa, oltre a un milione di sfollati. Con gli Stati Uniti costretti, a tempesta finita, a chiedere aiuti umanitari alla Nato e all’Unione Europea.
Una vera e propria tragedia, su cui incise anche il ritardo nei soccorsi, che segnò profondamente l’amministrazione di George W. Bush. I danni furono stimati in centinaia di miliardi di dollari: una catastrofe economica che spinse Washington ad accettare anche gli aiuti di Mosca. Ma quello del 29 agosto non è stato l’unico evento straordinario di quell’anno: nel 2005 gli Usa si trovarono alle prese con ben 26 tempeste tropicali, 14 delle quali divennero uragani. In quell’anno Katrina, Rita e Wilma fecero più vittime degli uragani dei 10 anni precedenti. La sola Katrina segnò comunque diversi record. La notizia suscitò un tale interesse da superare, secondo un sondaggio della Ap, la guerra in Iraq e la morte di Papa Wojtyla. E si aggiudicò anche il primato delle donazioni da parte degli americani, superando persino i 2.8 miliardi di dollari raccolti dopo le stragi dell’11 settembre.
Da allora la città ha fatto molta strada: gli abitanti si sono rimboccati le maniche, hanno ricostruito le case e New Orleans è tornata al suo splendore. Dai giorni neri di Katrina, strade, ponti, scuole, interi quartieri e molte infrastrutture sono stati ricostruiti. E gli argini che proteggono la città rafforzati con interventi per miliardi di dollari. Anche nel quartiere nero di Big Easy, dove si possono notare ancora diversi cantieri aperti, molte abitazioni sono state riedificate. Ma rimangono ancora tanti, troppi spazi vuoti. Delle famiglie che, dopo aver perso tutto nella furia di quel tragico uragano, non sono mai più tornate.
Alcune costruzioni invece mostrano ancora i segni del passaggio devastante di Katrina, come se il tempo si fosse fermato. Una di queste è ridotta a uno scheletro: il pavimento è crollato, tutto ciò che rimane è un vecchio ventilatore a pale arrugginito, e quello che un tempo era un camino in mattoni. Davanti ad una casa prefabbricata nuova di zecca, invece, c’è una lapide in ricordo delle vittime, davanti alla quale sventola una bandiera americana a brandelli. È posta in mezzo al prato, sopra tre gradini in pietra: tutto quel che rimane della vecchia abitazione di famiglia. Come a dire: il tuo ricordo che, ancora oggi, mi tiene in vita, può valere tutte le macerie su cui un giorno, forse, mi lascerai.
Nasce oggi
Michael Jackson, nato il 29 agosto 1958 a Gary, Indiana (Usa). Definito il ‘Re del Pop’, nella sua vita ha stabilito moltissimi record. È stato uno dei pochi artisti ad essere stato inserito per due volte nella Rock and Roll Hall of Fame, oltre ad aver vinto centina di premi che lo hanno fatto diventare l’artista più premiato nella storia della musica. La vendita dei suoi album, intorno a un miliardo di copie, lo ha reso l’artista che ha venduto di più nella storia della musica. L’album Thriller è l’album più comprato al mondo, con più di 100 milioni di copie certificati. Nel 1997 un sondaggio popolare lo ha decretato l’uomo più famoso del pianeta. Il suo supporto a 39 differenti associazioni benefiche lo ha reso l’artista più filantropo di sempre. Ha detto: “Se vieni al mondo sapendo di essere amato e lo lasci sentendo di avere la stessa cosa, allora tutto quello che hai vissuto ha avuto un senso”.
Maurizio Costanzo