Firenze, 3 ottobre 2021 - Quella del 3 ottobre 1839 è una data storica: in quello che all’epoca era il Regno delle Due Sicilie, venne infatti inaugurata la prima linea ferroviaria mai costruita nella penisola italiana, la Napoli-Portici. A percorrerla per la prima volta è stata la locomotiva a vapore Vesuvio, che quel giorno trainò il convoglio inaugurale con a bordo re Ferdinando II di Borbone e la famiglia reale. Quel momento rappresentò, per tecnologia e ingegno, un punto di partenza non solo della storia delle ferrovie italiane, ma di un’intera nazione. Che si avviava a diventare un territorio sempre più connesso e unito anche grazie ai collegamenti su rotaie.
Era il 19 giugno del 1836 quando venne ratificata la convenzione per la costruzione di quella prima linea ferroviaria, in cui si concedeva all’ingegnere Armando Giuseppe Bayard de la Vingtrie la concessione per la costruzione in quattro anni di una linea ferroviaria da Napoli a Nocera Inferiore, con un ramo per Castellammare che si sarebbe staccato all’altezza di Torre Annunziata. Al momento dell’inaugurazione, la stazione di Napoli al Carmine non era ancora pronta: per questa ragione il primo, solenne viaggio sui binari partì da Portici. La banda della guardia reale prese posto nell’ultima vettura. Il percorso, su una linea a doppio binario lungo 7,25 chilometri , venne compiuto precisamente in nove minuti e mezzo tra ali di gente stupita e festante, accorsa per assistere al grande evento. Non c’è da stupirsi, se si pensa che quel che per noi oggi è un semplice viaggio in treno, per l’epoca era una novità sensazionale. Oltre alla famiglia reale, nei restanti sette vagoni viaggiavano 48 personalità, una rappresentanza militare costituita da 60 ufficiali, 30 fanti, 30 artiglieri oltre a 60 marinai. Nei successivi quaranta giorni ben 85.759 passeggeri usufruirono della ferrovia, assaporando l’emozione di viaggiare a bordo di quel gigante di metallo.
Quella linea, in realtà, era parte di un progetto più vasto: infatti il 1º agosto 1842 veniva inaugurato il tratto diramato fino a Castellammare e due anni dopo, nel 1844, la prosecuzione per Pompei, Angri, Pagani e Nocera Inferiore. Nel 1846 l’ingegner Bayard ottenne la concessione anche per il prolungamento su San Severino e Avellino. La stazione di Napoli Bayard funzionò fino al 1866, quando venne declassata a impianto di servizio, in seguito al collegamento con la stazione di Napoli Centrale. Il progetto della prima linea ferroviaria dello stivale, che favorì l’industrializzazione del luogo, ebbe anche, per decreto reale, un’altra particolare conseguenza: la conversione alla produzione ferroviaria di un grande stabilimento a Pietrarsa, che prima di allora era adibito alla produzione di cannoni e proiettili d’artiglieria. Era il 1845 quando venne costruita la prima locomotiva a vapore d’Italia, che prese il nome appunto di ‘Pietrarsa’. Dall’inizio della produzione diretta di rotabili e fino al 1905, in quelle officine vennero costruite oltre 300 locomotive, varie centinaia di carrozze e qualche migliaio di carri merci. Grazie al programma ferroviario, nacquero sul territorio importanti industrie meccaniche.
Da quel 3 ottobre 1839, iniziò un viaggio che, in epoche e stazioni diverse, tutti abbiamo, in qualche modo, fatto nostro. Quel gigante metallico, è stato il primo dei tanti che avrebbero solcato migliaia e migliaia di chilometri, attraversando valli e pianure, oltrepassando cascate e montagne nevose. Su quel carrozzone di metallo avrebbero viaggiato merci e cibi che sarebbero potuti arrivare freschi nei centri urbani a poche ore dalla raccolta. Sarebbero aleggiate attese e speranze di uomini e donne di ogni età. E col passare del tempo, gli spostamenti avrebbero toccato livelli altissimi in termini di comodità e rapidità. Ogni paese, per quanto piccolo e periferico, avrebbe avuto la sua stazione, dove arrivare, partire o semplicemente sognare di andare lontano.
Nasce oggi
Zlatan Ibrahimovic, nato il 3 ottobre 1981 a Malmo, Svezia. Attaccante del Milan e della nazionale svedese, è considerato uno dei più forti della sua generazione e uno dei marcatori più prolifici della storia del calcio.
Maurizio Costanzo