
Steve Jobs
Firenze, 5 ottobre 2021 - Pochi minuti e non c’era nessuno, nel mondo, che non lo sapesse. Steve Jobs, il visionario della Silicon Valley, che qualche settimana prima aveva passato il testimone al suo successore Tim Cook, era morto. Una rara forma di cancro al pancreas si era portato via una delle figure più creative non solo della tecnologia, ma di tutta la cultura contemporanea. Lui e la ‘sua’ Apple hanno infatti cambiato il modo in cui ascoltiamo la musica, usiamo il telefonino, leggiamo il giornale, guardiamo i video.
L’addio a Steve Jobs era una notizia temuta che però, da tempo, era tristemente nell’aria. Il celebre discorso all’Università di Stanford del 2005, in cui esortava i giovani studenti ad essere “affamati e folli” (“Stay Hungry, Stay foolish”), a più di qualcuno suonò già allora come un testamento. Sei anni dopo, ingegneri e dipendenti, in quel giorno d’inizio ottobre del 2011, si fermarono in silenzio a riflettere anche sul significato profondo di quelle sue parole. Un velo di tristezza li scosse insieme a milioni di persone a cui Jobs, pur senza conoscerli, aveva cambiato la vita.
Dal Macintosh, il primo personal computer con il mouse, passando per iPod e iTunes Store, che hanno modificato radicalmente il modo di acquistare la musica, fino all’iPad e soprattutto all’iPhone, su cui Jobs ha sostituito i pulsanti con il touchscreen. Un gigante come Jobs ha significato tante cose, per tutti. “I bambini imparano in modi nuovi grazie ai prodotti che lui ha inventato. Le persone più creative sulla terra usano questi prodotti per comporre sinfonie o musica popolare, e scrivono di tutto, dalle novelle alle poesie fino agli sms. Il lavoro della vita di Steve ha prodotto la tela su cui gli artisti creano i propri capolavori. Grazie per il vostro aiuto nel portare l’eredità di Steve nel futuro”, scrisse il suo successore alla Apple, Tim Cook nella lettera ai dipendenti.
Quel 5 ottobre del 2011 “il mondo ha perso un visionario”, dirà Barak Obama. La notizia della sua scomparsa in pochissimo tempo divenne la top news dei siti di informazione dei cinque continenti. Tutti, dalla Gran Bretagna alla Cina, ripercorsero con articoli e video la biografia di questo pioniere dell’hi-tech, convinti che con la sua morte il mondo avesse perso una delle menti più geniali degli ultimi decenni. Oltreoceano, la foto di Jobs con una delle sue creazioni più celebri, l’i-Pod, campeggiava sulla prima del New York Times, sulla cui pagina scorrevano le frasi di cordoglio degli utenti. Qualcuno lo paragonava al ‘Michelangelo del nostro tempo’, qualcun altro si appellava all’immortalità di un’icona americana. Una foto in bianco e nero di Jobs aprì anche la versione online del magazine Time che titolò: “Piangiamo il grande reinventore della tecnologia”. In Europa la morte di Jobs era sulle prime pagine di tutti i media, da Le Monde a El Pais. In Germania Suddeutsche Zeitung titolò a caratteri cubitali ‘Morte di un mago’. Ma la foto in bianco e nero di Jobs campeggiava anche sul Quotidiano del Popolo cinese, sull’australiano Sidney Morning Herald, sul foglio nipponico Yomiuri Shimbun. In America Latina, il quotidiano argentino La Nazion titolò in prima ‘Morto Jobs, il grande genio dell’era digitale’, mentre il network panarabo Al Jazeera scriverà: ‘Il Mondo piange Steve Jobs’.
Una cosa è certa: a dieci anni esatti dalla sua morte, non si è certo spento il mito del guru della Mela, e forse mai si spegnerà. Le sue intuizioni hanno aperto nuovi capitoli nella storia dell’informatica, e il suo ricordo è vivo più che mai in tutto il mondo. Sul sito Apple, dove gli è stata dedicata una pagina dal titolo ‘Remembering Steve’, che raccoglie tutti i pensieri dei suoi fan, oramai sono milioni le persone ad aver condiviso ricordi e messaggi da ogni angolo del pianeta. La questione allora diventa un’altra: il genio Steve Jobs, che ha segnato così tanto il nostro modo di comunicare, lavorare e di vivere, può davvero spegnersi con la morte? Difficile crederlo. Dopo aver lasciato un’importante eredità di oltre trent’anni di innovazioni, il suo lascito avrà sempre e comunque un certo impatto sul mondo tecnologico. Anche nell’ispirare, negli anni a venire, i traguardi e le conquiste del futuro. Non è un caso, come dichiarò lo stesso Tim Cook, che l’ufficio di Jobs alla Apple sia rimasto intatto, con tanto di targhetta col suo nome sulla porta. Esattamente come lo aveva lasciato quell’ultima volta, prima di andarsene per sempre. Non prima di aver lasciato detto ai giovani: “Ogni sogno a cui rinunci è un pezzo del tuo futuro che smette di esistere”.
Nasce oggi
Kate Winslet nata il 5 ottobre 1975 a Reading, Regno Unito. Attrice britannica, ottenne la sua prima candidatura all’Oscar a vent’anni per la sua interpretazione in ‘Ragione e sentimento’, e raggiunse l’apice della popolarità grazie al ruolo di protagonista femminile nel colossal Titanic. Ha detto: “Recitare è essere reali, onesti. Il pubblico non ti ama o non si identifica in te solo perché hai un bel viso o un bel corpo. Ti ama per l’onestà della tua anima”.
Maurizio Costanzo