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Cronaca

Ambiente: geotermia a Novoli. Così il quartiere potrebbe diventare prima comunità energetica fiorentina

La proposta di rendere una parte del quartiere alimentata con la geotermia è stata avanzata durante l’Earth Technology Expo alla Fortezza da Basso. Ecco in cosa consiste il progetto che verrà presentato alla Regione Toscana

Un'immagine di San Donato, a Novoli. Lì potrebbe sorgere la prima comunità energetica fiorentina

Un'immagine di San Donato, a Novoli. Lì potrebbe sorgere la prima comunità energetica fiorentina

Firenze, 16 novembre 2023 - Novoli come Parigi in fatto di geotermia. Se nella capitale francese le comunità energetiche sono una realtà da molti anni, l’Italia in questo senso è indietro. Ma da Firenze potrebbe arrivare la spinta a realizzare il primo quartiere geotermico. In sostanza, si tratterebbe di realizzare un impianto geotermico al servizio di Novoli, intesa come ex area Fiat, dunque San Donato, e aree limitrofe. Sfruttando l’energia termica, si potrebbero raffrescare e riscaldare gli edifici pubblici e privati che sorgono nell’area, con un fortissimo beneficio in termini economici e di impatto ambientale. La proposta di fare di Novoli il primo quartiere geotermico del capoluogo toscano è emersa stamani durante l’incontro ‘Geotermia a bassa entalpia. Lo sfruttamento geotermico per la produzione di calore e di refrigerazione’ che si è svolto ad ETE, Earth Technology Expo alla Fortezza da Basso. All’iniziativa hanno partecipato Enel, CNG e Piattaforma Geotermia, Cosvig, CNR e rappresentanti dell’Università di Firenze e del Politecnico di Torino.

Ma perché proprio Novoli?

“Quel quartiere è perfetto per creare una comunità energetica, dato che rappresenta una città nella città. È una zona con servizi e uffici pubblici, supermercati, centro commerciale, Università e parco, quello di San Donato”, dice Valeria Rondoni, coordinatore scientifico Fondazione EWA. Proprio la presenza di una grande area verde al centro del quartiere fa la differenza. “La zona si presta per un impianto di geotermia - spiega Rondoni -. In sostanza, si tratta di realizzare un impianto grazie al quale poi poter sfruttare il calore naturale della terra. Si tratterebbe di scavare a 100 metri sotto terra per poi, attraverso una distribuzione sotterranea, raggiungere gli edifici intorno: Regione Toscana, Esselunga, Palazzo di Giustizia, centro San Donato, Università e non solo. Anche i palazzi privati potrebbero rientrare in questa comunità energetica, dato che si tratta di un progetto pubblico-privato. Con Larderello abbiamo insegnato la geotermia a tutto il mondo. Adesso bisogna lavorare per sfruttare le nuove tecnologie in nome del rispetto dell’ambiente”.

Ma quanto sarebbe impattante un impianto del genere? “Beh, quello dipende dal tipo di investimento - risponde Rondoni -. Potrebbe anche esser tutto ricoperto di verde e, dunque, non creare alcun tipo di impatto visivo. Sarebbe anzi bello da vedere. Pensate poi che con una rete geotermica cittadina i costi energetici potrebbero ridursi ad un quarto rispetto agli attuali”. Entro qualche mese verrà presentato il progetto alla Regione Toscana. “A Parigi - fa sapere sempre Rondoni, - sono 500mila gli appartamenti collegati in questo circuito virtuoso. Si parla di un milione e mezzo di parigini che godono dei benefici della geotermia”.

Insomma, partire da Firenze e rendere il progetto per Novoli il fiore all’occhiello di una nuova pianificazione geotermica a livello nazionale potrebbe essere un modello valido e innovativo da prendere come esempio e replicare per rispondere agli obiettivi europei.

“Geotermia è anche riqualificazione urbana: significa non installare più sulle pareti delle abitazioni le unità esterna dei condizionatori o le caldaie, significa avere aria più pulita, significa rispondere agli obiettivi europei dell’Agenda 2030 per cui dovremmo ridurre a zero le emissioni di gas serra entro quella data”, evidenzia Renato Papale di Unione Geotermica Italiana. Tra i vantaggi delle pompe di calore geotermiche, Emanuele Emani di CNG e Piattaforma Geotermia ha evidenziato i benefici economici ed energetici che impattano sia in termini di risparmio sulle bollette delle famiglie che sulla crescita occupazionale e soprattutto sulla riduzione della dipendenza energetica italiana dalle forniture russe perché “il problema esiste ancora e dobbiamo trovare delle alternative”.