MANUELA PLASTINA
Cronaca

Pronto soccorso da alleggerire: la Toscana sperimenta i Pir, gli ambulatori di intervento rapido

Da ottobre testati i nuovi presidi medici per i casi non gravi nell’Asl Toscana Centro. Gli infermieri avranno un ruolo centrale e di alta professionalità per snellire la gestione

Infermieri in una foto di repertorio

Infermieri in una foto di repertorio

Firenze, 7 agosto 2024 – L’ormai ex pronto soccorso dell’ospedale Serristori di Figline Valdarno (Firenze), sostituito da un anno da un Centro medico avanzato, ha fatto scuola nella sanità regionale. Da ottobre su questo modello, che è stato ulteriormente migliorato e personalizzato in base alle situazioni territoriali, partirà la sperimentazione per la durata di sei mesi nell’Azienda sanitaria locale Toscana Centro dei cosiddetti "Pir", punti di intervento rapido: stiamo parlando di ambulatori che vengono gestiti in coordinamento tra la continuità assistenziale (la vecchia guardia medica) e i medici di famiglia per sostenere pazienti a bassa intensità di cure. L’obiettivo è quello di accelerare i tempi di cura e successivamente liberare i pronto soccorso dai codici minori, quelli che vengono definiti "impropri" e intasano le strutture di emergenza. Il 40-42 per cento degli accessi ai pronto soccorso toscani, di fatto quasi uno su due, ricorda il responsabile della direzione sanitaria Federico Gelli, è costituito proprio da codici bianchi e celesti; nella metà di questi casi, i pazienti arrivano in ospedale con il proprio mezzo e le loro necessità assistenziali si rivelano di scarsa entità, curabili a livello ambulatoriale.

Ma creano code, attese, ingolfamento del sistema dell’emergenza-urgenza. "Sperimentiamo un modello toscano di nuove forme di assistenza di cui si sta dibattendo in tutta Italia – spiega l’assessore alla salute Simone Bezzini -. Si tratta di ambulatori per emergenze non gravi e non critiche a cui si accede su indicazione del medico di famiglia, del nuovo numero europeo 116117 per la continuità assistenziale oppure su accesso diretto". All’interno dei nuovi Pir lavoreranno in orario diurno 7 giorni su 7 i sanitari della vecchia guardia medica e gli infermieri (che avranno un ruolo centrale e di alta responsabilità valorizzando la loro professione, garantiscono i vertici sanitari), sempre in rete con il personale del dipartimento emergenza-urgenza e delle cure primarie. I Pir avranno a disposizione apparecchi per la misurazione dei valori del sangue, strumenti per test rapidi, farmaci, un elettrocardiografo connesso in rete e un ecografo. Si prenderanno carico di casi a bassa intensità di cure come problemi intestinali, ferite superficiali, panico, dolori, distorsioni, punture di insetti, contusioni. Ma se ci sono sintomi che, anche in base alla propria anamnesi, possono far pensare a qualcosa di più acuto, saranno mandati al pronto soccorso. Tre le tipologie di Pir a partire da ottobre: gli ambulatori "da città" saranno attivati nelle case di comunità dei centri più popolati e la sperimentazione partirà da Empoli (Gino Strada), Prato (Centro Est), Pistoia (Il Ceppo) e Firenze (Piagge). Vi si accederà tramite medico di famiglia e numero unico.

La seconda tipologia è quella già attiva dentro l’ospedale Serristori di Figline Valdarno con medici e infermieri h12 per 7 giorni su 7. La terza tipologia invece verrà attivata all’ospedale Torregalli di Scandicci (Firenze): sarà un ambulatorio parallelo, ma distinto rispetto al pronto soccorso, dove dirottare i casi impropri per un’emergenza-urgenza e a cui dare cure specifiche e più rapide. "Una volta a regime la sperimentazione – annuncia il presidente della Toscana Eugenio Giani – considereremo la possibilità di replicare l’esperienza in altri territori".