ROSSELLA CONTE
Cronaca

Amianto killer, la figlia di Luigia Cheli: "Nessuno riporterà indietro mia madre"

Il messaggio di Daniela Barsotti dopo la condanna: "Basta morti sul lavoro, serve più responsabilità"

Nel riquadro Luigia Cheli

Nel riquadro Luigia Cheli

Pisa, 24 gennaio 2024 - "Credevo che questa sentenza mi avrebbe alleggerita ma in realtà non è stato così, nessuno mi restituirà mia madre". A parlare con la voce rotta dall'emozione è Daniela Barsotti, figlia di Luigia Cheli, la donna nata a Volterra e residente a Monteverdi Marittimo in provincia di Pisa, che aveva lavorato per 14 anni nelle centrali Enel di Serrazzano e Lardarello con varie mansioni. Nel gennaio 2017, a 26 anni dalla data del pensionamento, è arrivata la diagnosi di mesotelioma pleurico epiteliomorfo che, dopo mesi di agonia, nel settembre dello stesso anno, portò Luigia alla morte.

Il Tribunale di Roma ha condannato l’Enel per la morte di mesotelioma per l’esposizione ad amianto. Il colosso dell’energia dovrà corrispondere la somma di 130.642 euro. Crede che sia stata fatta gustizia? "Il Tribunale ci ha dato ragione, ma quando ho cominciato questa battaglia, assistita dal presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, l'avvocato Ezio Bonanni, credevo che in un certo senso mi sarei sentita più leggera ma il dolore è ancora tanto. E 130mila non è nulla in confronto alla perdita di una madre".

Subito dopo la morte di sua madre, si è attivata e ha trovato la forza di reagire. Come sono stati questi anni? "Lunghissimi. Abbiamo contattato i legali subito dopo, nel 2018 e avremmo dovuto avere la prima udienza a marzo 2020 ma a causa del covid è stata rimandata a gennaio 2024. E' stato un periodo infernale, un'attesa infinita. Mi auguro che sempre più persone trovino il coraggio di denunciare e andare avanti. Non bisogna darla vinta a nessuno, bisogna chiedere e pretendere giustizia".

Luigia era molto legata all'azienda per cui lavorava. "Ha dato tutta se stessa all'azienda ricoprendo varie mansioni, da addetta alle pulizie delle turbine, dei trasformatori e della sala macchine ad addetta alla lavanderia delle tute utilizzate dagli operai fino al ruolo di segretaria. Lei ha sempre messo sempre il lavoro davanti alla famiglia e questo è stato il risultato".

Di morti sul lavoro ce ne sono ancora tanti. Cosa si potrebbe fare per evitare ulteriori tragedie? "Ci vorrebbe più onestà da parte di tanti datori di lavoro che devono assolutamente rispettare le regole e le normative e pensare anche al benessere dei propri dipendenti oltre che al profitto".