Firenze, 6 marzo 2022 - La vicenda dei gatti uccisi e decapitati a Livorno negli ultimi mesi è inquietante. Anche perché esiste una correlazione tra le violenze nei confronti degli animali e le violenze sulle persone. Ne parliamo con la dottoressa Francesca Sorcinelli, Educatrice professionale e presidente Associazione Link-Italia.
- Ci può parlare degli studi su questo tema?
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) definisce la violenza come uno dei maggiori problemi di salute pubblica a livello mondiale ed in particolare la violenza interpersonale su donne e minorenni viene evidenziata come fenomeno in crescente ascesa in tutto il mondo. Un aspetto specifico di tale fenomeno è il ’Link’, intendendo con tale espressione la stretta correlazione fra maltrattamento di animali e altre condotte violente, antisociali o e/o criminali. I dati presentati da Link-Italia (APS) e Corpo Forestale dello Stato nel Report 2016 sul Profilo Zooantropologico Criminale del Maltrattatore e Uccisore di Animali, grazie ad uno studio retrospettivo su un campione di 682 detenuti nelle carceri italiane e su un campione più allargato di 1087 Casi Link, consentono anche al nostro paese di affermare scientificamente ciò che la letteratura criminologica internazionale rileva da circa un secolo per cui il maltrattamento e/o l’uccisione di animali, oltre ad essere crimini da contrastare di per sé, devono essere interpretato come specifici indicatori di pericolosità sociale, in particolare in ambito di violenza domestica. Del resto i partner abusatori minacciano di ferire o uccidono gli animali domestici per instaurare un clima di potere e controllo sulle vittime umane: donne e minorenni. D’altra parte il maltrattamento di animali agito da bambini o adolescenti, può essere specchio una situazione ambientale e/o familiare caratterizzata da abusi fisici, sessuali o psicologici. I minori che maltrattano animali possono compiere successivi atti di bullismo sui compagni, fino ad una escalation di condotte che in età adulta possono implicare stalking, stupri, omicidi, compresi gli omicidi seriali.
- È possibile prevenire questo tipo di violenze?
Bisogna comprendere che il maltrattamento di animali non è un reato di serie B, la stessa FBI lo definisce Top Crime, classificandolo “reato contro la società”. Il Progetto Link-Italia forma i professionisti e sensibilizza i cittadini dal 2009 stringendo Protocolli d’Intesa con Istituzioni, Enti, Associazioni per la creazione di equipe multidisciplinari nel trattamento dei Casi Link, in cui l’assistente sociale deve percepirsi collega del veterinario, il quale deve percepirsi collega dello psicologo il quale deve percepirsi collega della guardia zoofila.
Ecco qualche dato del Report 2016
I dati più rappresentativi raccolti su un campione di 682 detenuti in vaire carceri italiane rilevano che:
- L'89% ha assistito a maltrattamenti e/o maltrattato e/o ucciso animali da minorenne
- Il 62% che ha maltrattato che ha maltrattato e/o ucciso animali da minorenne ha appiccato incendi
- L'età media in cui si inizia ad incrudelire su animali i 4 e 5 anni
- Il 64% dei detenuti ha maltratato e/o ucciso animali da adulto, di cui il 96% aveva già maltrattato e/o ucciso animali da minorenne
Maltrattamenti in famiglia
- Il 90% dei detenuti ha assistito a maltrattamenti e/o uccisioni di animali da minorenni
- Il 94% dei detenuti ha assistito a maltrattamanti e/o maltrattato e/o ucciso animali da minorenne
- Il 68% dei detenuti ha maltrattato e/o ucciso animali da adulto
Reati sessuali
- Il 90% dei detenuti ha assistito a maltrattamenti e/o maltrattato e/o ucciso animali da minorenne
Omicidi
- L'87% dei detenuti ha assistito a maltrattamenti o maltrattato e/o ucciso animali da minorenne
- Il 69% dei detenuti ha maltrattato e/o ucciso animali da adulto