ANDREA LUPARIA
Cronaca

Carrara, anarchici arrestati per terrorismo. "Azioni finalizzate a distruggere lo Stato"

Sono tutti vicini al circolo insurrezionalista ’Gogliardo Fiaschi’. La ‘chiamata alle armi’ del mondo sovversivo avveniva attraverso la pubblicazione di un periodo usato anche per rivendicare attentati

Il blitz della polizia nel circolo insurrezionalista ’Gogliardo Fiaschi’ di Carrara

Il blitz della polizia nel circolo insurrezionalista ’Gogliardo Fiaschi’ di Carrara

Carrara, 9 agosto 2023 – Per la Direzione distrettuale antiterrorismo era a Carrara, tradizionale “capitale“ anarchica italiana, la tipografia dove veniva stampato il periodico “Bezmotivny - Senza motivo“ la rivista clandestina quindicinale, strumento di diffusione del messaggio anarchico oltranzista.

E’ quanto emerge dall’ordinanza firmata dal Gip di Genova Riccardo Ghio con la quale ieri, all’alba, le Digos di Genova, La Spezia e Massa Carrara hanno applicato misure cautelari a 9 indagati: uno destinatario della custodia cautelare in carcere, tre degli arresti domiciliari e cinque dell’obbligo di dimora.

Cinque di loro risultano residenti o dimoranti a Carrara, ma ce ne sono anche tra Lucca, L’Aquila, Perugia, Spoleto, Empoli, Bologna e Imola. Con diversi gradi di responsabilità, tutti gli indagati sono accusati di "aver costituito un gruppo informale di ispirazione anarchico-insurrezionalista, a Carrara, presso il circolo culturale anarchico ’Gogliardo Fiaschi’, dedito alla propaganda sovversiva".

Non solo. Per l’accusa hanno "partecipato, condividendone e diffondendone le strategie, all’organizzazione (ritenuta di natura eversivo/terroristica) chiamata Federazione Anarchica Informale-Fronte Rivoluzionario Internazionale che si propone il compimento di azioni dirette finalizzate alla distruzione dello Stato".

E devono rispondere anche di offese all’onore del presidente della Repubblica, dopo aver insultato sul periodico anche Sergio Mattarella dopo la presa di posizione per gli scontri provocati dai portuali di Trieste che contestavano il green pass. Per la Procura antiterrorismo di Genova, promotore editoriale della rivista era Gino Vatteroni (di Carrara, ora ai domiciliari).

La sua tipografia “Avenza Grafica“ è stata perquisita ed è sotto sequestro. I compiti erano divisi. Paolo Arosio (di Carrara) si occupava degli abbonamenti, Luigi Palli (dimorante a Carrara) e Gaia Taino (residente a Carrara) scrivevano articoli sotto lo pseudonimo “cospiranti“, Luca Aloisi (residente all’Aquila) invece si firmava “Mammut“, mentre Michele Fabiani (residente a Perugia) avrebbe tenuto i contatti con Alfredo Cospito.

Gli altri avrebbero avuto ruoli minori, come traduzione di comunicati su siti stranieri e impaginazione della rivista. Anche loro, come i primi sei, sono però accusati di “istigazione alla perpetrazione di reati, con l’aggravante delle finalità di terrorismo".

La rivista dava ampio spazio alla rivendicazione di attentati, come quello ad Atene alla vice ambasciatrice Susanna Schlein, oppure veniva pubblicato, in anteprima, la rivendicazione del plico esplosivo inviato, il 27 giugno 2022, a Roma alla sede di Leonardo indirizzato all’Ad Alessandro Profumo.

E venivano pubblicati scritti di Alfredo Cospito dove si invitava all’azione terroristica e si faceva esplicito riferimento al ricorso alle armi. Si invitava anche alla "distruzione di questa società e alla rivolta contro giudici e pennivendoli". Senza scordare l’indicazione di obiettivi come l’Università Sant’Anna a Pisa, l’Oto Melara alla Spezia e le aziende Leonardo/Finmeccanica.

E la difesa? L’unico legale che accetta di parlare è l’avvocato George Botti, che vive in provincia di Massa Carrara. Difende Gino Vatteroni: "Sono reati di opinione. Non c’è alcun collegamento con fatti o episodi di violenza. Per il mio assistito lo dico con sicurezza, ma mi pare che anche gli altri siano nella stessa condizione. L’accusa parla di finalità eversive ma ritengo sia solo una libera espressione del pensiero".

Il Procuratore della Repubblica Nicola Piacente non la pensa così. Particolare importante. Nella Direzione Distrettuale Antiterrorismo di Genova, l’indagine è stata seguita dal sostituto procuratore Federico Manotti, per anni in Procura a Massa, dove ha seguito indagini importanti. Il solo tra i sostituti di Genova, che conosce Carrara.