ANGELA BALDI
Cronaca

Anfiteatro, giardini ancora chiusi: «Dal Comune nessun aiuto»

La direttrice Maria Gatto: «Servono 30mila euro, tempi burocratici lunghissimi. Intervengano Regione e Ministero»

anfiteatro

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Arezzo, 15 ottobre 2024 – Chiusi da più di un anno i giardini dell’Anfiteatro e all’orizzonte non ci sono riaperture. Tra proteste dei cittadini e interrogazioni in Consiglio Comunale, della questione si parla ormai da sedici mesi. La scorsa settimana la questione è approdata anche in Consiglio Regionale per via di un’interrogazione presentata dai consiglieri Pd Lucia de Robertis e Vincenzo Ceccarelli: “Chiediamo alla Giunta Regionale di farsi portavoce verso il Ministero per una rapida riapertura e se necessario sostenere anche economicamente questo percorso”.

Direttrice del Museo Archeologico Maria Gatto, le interrogazioni sulla questione giardini si sprecano, cosa risponde all’ultima?

“Stiamo preparando una risposta scritta come fatto in passato con quella comunale presentata dal consigliere Menchetti. Preciso però che ad essere chiuso non è l’Anfiteatro Romano a cui si accede dal Museo, ma i giardini che si affacciano su via Crispi e via Margaritone e dispiace che chi si occupa della questione non conosca la situazione nel dettaglio. Nell’ultimo periodo abbiamo avuto una media di 70 visitatori al giorno all’Anfiteatro, numeri importanti per la nostra piccola realtà. Spero che l’interrogazione in Regione serva per destare l’interesse sulla questione, affinchè si interceda presso il Ministero oppure decidendo di farsi carico dell’intervento, visto che il Comune non ci ha fornito nessun aiuto”.

Quanto serve per riaprire i giardini?

“Trentamila euro più iva che non abbiamo. E’ quanto serve per gli interventi di messa in sicurezza delle piante pericolanti sul lato di via Crispi dopo che il perito da noi incaricato ha stabilito il da farsi. In un primo momento il Comune si era impegnato ad aiutarci, c’è un accordo di gestione. Come proprietari ci siamo impegnati a fare una valutazione sugli alberi pericolanti e abbiamo investito oltre 11mila euro in una perizia, il Comune si era impegnato a eseguire i lavori, quando sono venute fuori le cifre ha fatto un passo indietro. L’ha fatto dopo mesi e abbiamo perso tempo. Se si facesse un accesso agli atti infatti si vedrebbero tantissime nostre note in uscita e mai in risposta dal Comune. Quando abbiamo capito che non potevamo far conto sul Comune abbiamo ricavato i 30mila euro necessari da un finanziamento destinato ad altri parchi regionali. Il problema però è burocratico e i tempi sono lunghissimi. Il progetto coinvolge altre realtà per 400mila euro di interventi. Per ottenere i nostri 30mila siamo legati a una procedura amministrativa lunghissima che deve sottostare anche alle perizie degli altri parchi. Abbiamo fatto richiesta anche al Ministero di finanziamenti sia per la messa in sicurezza del verde che per la sistemazione del parco, dai piani calpestio ai percorsi, passando per arredi, accessi, se l’interessamento della Regione servisse per dare voce alla nostra causa ben venga. Diverso se trovassimo un mecenate disposto a finanziare l’intervento”.

Cosa diversa per la parte dei giardini che si affaccia su via Margaritone, era stato annunciata l’apertura prima dell’estate, perché sono ancora chiusi?

“Sul quella zona divisa da un cancello interno dal resto dei giardini, abbiamo completato l’intervento al verde a maggio. Avremmo già potuto riaprire la parte su via Margaritone ma non ci sono arredi, né cestini o sedute. Per questo abbiamo fatto un progetto e trovato uno sponsor a fine agosto per l’acquisto degli arredi. Il nostro direttore ufficio contratti deve redigere il contratto. Ma il problema è che siamo sotto organico, talmente pochi che non riusciamo a fare cose nemmeno se ci arrivano soldi dai privati. L’ufficio contratti che deve lavorare ai bandi assegnazioni è costituito da 2 persone per tutti i musei della regione”.

Quale l’auspicio?

“La situazione è frustrante siamo con le mani legate, tutto quello che si poteva fare localmente è stato fatto, si possono muovere solo le istituzioni, il Comune ma non lo ha fatto, o la Regione, volendo i privati. Dopo tanti anni di incuria non è solo un problema di messa in sicurezza delle piante, vorrei riaprire i giardini con un progetto di valorizzazione culturale, pensato in sinergia con dei partner. Stiamo lavorando a progetti con Confartigianato e la biblioteca per creare un’area book crossing, il dialogo è aperto anche con Intour. Tutto pur di valorizzare il parco”.