Firenze, 22 giugno 2021 - Ampliata agli agricoltori la possibilità di sparare agli animali selvatici che danneggiano i raccolti: una decisione che, nelle intenzioni dei promotori, dovrebbe avere ricadute sull’intero territorio e sull’economia locale. Si è tenuto nei giorni scorsi un incontro tra gli addetti del settore per approfondire gli aspetti più tecnici dell’innovativa delibera regionale sulla fauna selvatica.
Per verificare l’impatto delle novità nella specifica realtà pistoiese, il direttore di Coldiretti Pistoia Gianfranco Drigo ha incontrato Nicola Tesi, assessore con delega alla polizia provinciale insieme a Franco Monfardini e Luca Mugelli, responsabile ed istruttore della polizia provinciale di Pistoia.
A darne notizia è la Coldiretti di Pistoia che spiega le novità introdotte dall’ente guidato da Eugenio Giani.
"La Regione Toscana – si legge nella nota – ha approvato di recente un provvedimento che permette agli agricoltori muniti di licenza di caccia di intervenire, sotto il coordinamento della polizia provinciale, sul proprio fondo per abbattere cinghiali, mini-lepri, piccioni e altri animali selvatici che creano danni a raccolti, vigneti, uliveti e vivai".
«Si tratta di un tema di assoluto rilievo per le aziende agricole che vedono spesso inficiato il proprio lavoro dai danni provocati dall’eccesso di fauna selvatica – spiega Drigo dalla Coldiretti –. Per questo è importante la collaborazione tra agricoltori e autorità per attuare al meglio la normativa regionale anche qui a Pistoia".
«Il danno provocato dai cinghiali non è tanto in quello che mangiano quanto nella devastazione dei campi, paradossalmente – gli fa eco Giuseppe Corsini de Le Roncacce – la presenza dei lupi ha fatto aumentare la presenza dei cinghiali che, impauriti dalla presenza del lupo tendono a formare branchi più numerosi per difendersi meglio così la numerosità è aumentata, inoltre, trovando nel bosco le carcasse di animali uccisi dal lupo, hanno ancora più nutrimento di quello che avevano prime. Non sempre però è necessario abbatterli, si possono anche catturare con apposite trappole: gli animali vengono poi presi in custodia dalla polizia provinciale. Ringraziamo i funzionari e l’assessore per la competenza e la disponibilità a trovare le soluzioni pratiche più idonee per contenere il fenomeno".
La logica è quella della ’semplificazione’ con un’ulteriore riduzione dei tempi di azione e un intervento diretto degli agricoltori. L’agricoltore, una volta individuato il poligono colturale, potrà richiede la possibilità di fare gli interventi di controllo e in maniera diretta. Lo potranno fare i proprietari e conduttori di fondo con porto d’armi.