DAVID BRUSCHI
Cronaca

Anziani soli, è emergenza: "Per aiutarli serve una rivoluzione che parta dalla casa"

Battistini (Spi Cgil) e il senso di isolamento in crescita fra i pensionati: "Penso a miniappartamenti con servizi comuni per un’assistenza diffusa". Il sistema esiste già in molti Paesi europei, ma l’Italia è ancora indietro

Anziani soli, è emergenza: "Per aiutarli serve una rivoluzione che parta dalla casa"

Firenze, 17 febbraio 2023 – Non chiedono cure migliori, pensioni più alte, servizi più efficienti. Certo, anche questo. Ma in cima alla lista dei desideri, al primo posto fra i pensieri, c’è un’altra richiesta: "Non fateci sentire soli". Lo raccontano, ormai da anni, tutte le rilevazioni che la Spi-Cgil, il più grande sindacato dei pensionati in Italia e in Europa, conduce regolarmente fra gli anziani, per capire come muoversi, quali sono le priorità, dove indirizzare la propria azione. "Con la solitudine tutti i problemi diventano giganteschi, spesso addirittura insormontabili. E si aggravano inevitabilmente. La solitudine è l’inizio di tutti i mali degli anziani di oggi", dice Mario Battistini, segretario della Spi-Cgil di Firenze. "Qui in Toscana - spiega - siamo fortunati perché viviamo in un territorio in cui ancora esistono forti reti di protezione per le fasce fragili della popolazione. Il problema nasce, con gli anziani, quando questi non hanno più la forza e la possibiltà di andarsela a cercare, quella rete. Quando non riescono più a chiedere aiuto, magari perché vivono soli e la salute li ha abbandonati E’ quando si resta isolati che iniziano i veri problemi".

Ecco perché, secondo Battistini, andrebbe detta una verità che, seppure forse impopolare, può rappresentare un onesto punto di partenza nella discussione su cosa fare. "Certo, la sfida nobile è quella di avere una assistenza domiciliare realmente semplificata, ma diffusa. Questo sarebbe il massimo. Ma ci stiamo anche rendendo conto che non tutti hanno la possibilità di restare nella propria abitazione, nella casa in cui sono vissuti per l’intera esistenza, senza correre il rischio di restare isolati dal mondo, senza parenti o amici ad assisterli, a costruire intorno a loro un cordone di protezione. Questa condizione di solitudine purtroppo è sempre più frequente. Allora sono dell’idea che servano, nella nostra società, forme diverse di residenzialità. Penso a piccoli appartamenti per anziani soli, o in coppia, raggruppati e dotati di servizi comuni, che siano inseriti in un contesto molto più ampio, in cui un sistema a rete è fondamentale per non sentirsi soli e avere assistenza. E’ chiaro che per fare tutto questo serve una regia pubblica. Iniziamo a pensarci", dice Battistini. Che cita il Centro Sociale di Lastra a Signa come esempio virtuoso da seguire per la costruzione di un sistema di assistenza leggera a favore di anziani soli e fragili dal punto di vista socio-economico-familiare. In Francia queste strutture sono denominate ’logements foyers’, nel Regno Unito ’sheltered housing’, l’Italia invece su questa formula è rimasta indietro. "E’ un processo naturalmente da guidare e governare e da non lasciare al libero mercato, per evitare che le disuguaglianze economiche rappresentino una barriera all’ingresso", conclude Battistini. "Dunque sono le amministrazioni pubbliche a dovere scendere in campo. Vivere da soli è troppo difficile per le persone fragili. E il sistema così non reggerà a lungo".