Livorno, 30 agosto 2018 - «Forse ho sistemato la cosa». Con un sms Riccardo Stefanini – l’ex coordinatore della protezione civile comunale arrestato di nuovo ieri – rassicura Emanuele Fiaschi di Tecnospurghi circa l’esito della gara da 35mila. «Speriamo, grazie Riccardo», risponde Fiaschi.
E’ uno stralcio dei dialoghi che escono dalle carte dell’inchiesta di Livorno. Gli inquirenti hanno ricostruito come Stefanini facesse pressioni su ditte concorrenti al fine di favorire la Tecnosputghi, che infatti risulterà unica partecipante e quindi vincitrice. Per farlo non usa mezzi termini, come emerge da un dialogo intercettato dalla polizia. Siamo nel dicembre del 2017, due mesi e mezzo dopo la tragedia del 9 e 10 settembre e Stefanini fa capire così a un imprenditore interessato a partecipare alla gara che la cosa non fa per lui.
Stefanini: «Mi preoccupava la piena disponibilità di alcun oggetti».
Imprenditore: «Abbiamo assicurato con il Consorzio Bonifica Toscana Uno Nord l’accorso quadro di 100.000 euro per il noleggio di qualsiasi tipo».
Stefanini: «A dire la verità quello che volevo io non l’ho sentito nella sua elencazione. A noi interessa avere la piena disponibilità 365 giorno h24, Natale e Capodanno, delle idrovore, pompe idorovore. Va Bene? E nel periodo invernale la piena disponibilità di due spargisale che noi non abbiamo».
Imprenditore: «Ce ne abbiamo già messi a disposizione però ovviamente nell’arco di un giorno...».
Stefanini: «Su quello abbiamo preteso visto quel che è successo... insomma si ha otto morti sulla schiena noi e la magistratura ci morde il collo a tutti quanti e dobbiamo supertutelarci».
Imprenditore: «Se queste qui sono le priorità immediate e la richiesta... no allora a questo punto posso dire che la disponibilità... se me la chiede ora per ora non ce l’ho».
Stefanini lo convinceva così scrivere una e-mail per confermare l’indisponibilità a partecipare alla gara. La mail veniva inviata alle 14.16, ma Fiaschi già sapeva tutto perché neanche due ore prima aveva ricevuto il rassicurante sms dell’amico-coordinatore della protezione civile.
L'inchiesta è coordinata dal procuratore capo, Ettore Greco Squillace, e condotta dagli uomini dalla squadra mobile guidati da Salvatore Blasco