Firenze, 8 settembre 2022 - “Nemmeno l’ordine hanno saputo darci - scrisse Beppe Fenoglio -. Di ordini ne sono arrivati uno diverso dall’altro, o contrario. Resistere ai tedeschi, non sparare ai tedeschi, uccidere i tedeschi, non lasciarsi disarmare dai tedeschi, non cedere le armi, autodisarmarsi”. Cosa c’era all’origine di questa confusione? E cosa stava accadendo in Italia nel pieno della seconda guerra mondiale? Deposto Mussolini, alla fine di agosto del 1943 il Governo presieduto da Pietro Badoglio aveva avviato delle trattive segrete con gli Alleati: era il 3 settembre quando venne siglato l’armistizio di Cassabile che solo cinque giorni dopo, l’8 settembre, venne rese pubblico.
Era stato lo stesso Badoglio, alle 19.42, a darne comunicazione al microfono dell’Eiar. Il governo, disse, per “risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione”, aveva chiesto un armistizio al comandante delle forze alleate anglo-americane, che il generale Eisenhower aveva accolto. Perciò si faceva presente che: “Ogni atto di ostilità contro le forze angloamericane” doveva cessare “in ogni luogo”. Molti italiani, quando ascoltarono alla radio l’annuncio dell’armistizio, scesero in piazza esultanti, credendo che la guerra fosse finita. Quel messaggio faceva infatti sperare che gli americani avrebbero sferrato un attacco contro i tedeschi, cosa che invece non avvenne. In quel proclama però, volutamente ambiguo, si faceva riferimento anche a qualcos’altro: le forze armate italiane, se attaccate, dovevano reagire. Dalle parole ai fatti: all’indomani dell’armistizio l’Italia era spaccata in due e, di fatto, tutta in mani straniere: al sud c’erano gli Alleati che avanzavano lentamente, mentre al centro Nord i tedeschi, che avevano prontamente occupato la penisola fino a Napoli senza incontrare resistenza.
Per evitare il peggio, la mattina seguente a quell’annuncio la famiglia reale, insieme a Badoglio e ad altri generali, fuggì a Brindisi, dov’erano sbarcati gli Alleati, lasciando l’esercito italiano allo sbando, senza ordini né direttive. Molti tornarono a casa in abiti civili, lasciando la capitale senza difesa che puntualmente, la stessa notte dell'8 settembre, cadde in mani naziste i quali si impossessarono di aeroporti, caserme e stazioni ferroviarie. Dei due milioni di soldati lasciati allo sbaraglio in Italia o sugli altri fronti, molti si arresero e furono catturati dai tedeschi.
Una parte riuscì a sfuggire alla cattura e si diede alla macchia, dando luogo alle prime formazioni di partigiani che andavano costituendosi nell’Italia centro settentrionale. Per i soldati c’erano poche opzioni: combattere dalla parte dei nazisti, oppure rifiutarsi ed essere avviati nei campi di lavoro come prigionieri di guerra. Per chi invece intendeva schierarsi dalla parte dei partigiani, c’era solo la fucilazione. Anche per i civili la situazione peggiorò drasticamente, col razionamento alimentare che divenne ben più aspro. Quando i nazisti requisirono ogni genere di prima necessità, bloccando anche la distribuzione al sud del carburante tedesco, per comprare vestiti e cibo furono introdotte tessere annonarie. Dopo l’armistizio, Mussolini che era stato liberato dai tedeschi dalla sua prigione sul Gran Sasso, ricostituì un regime fascista, la Repubblica Sociale Italiana (Rsi), chiamata anche ‘governo di Salò’ dal luogo in cui erano dislocati i ministeri. I ‘repubblichini’, così venivano chiamati i militi della Rsi dagli antifascisti, furono utilizzati dai tedeschi soprattutto nella lotta contro la Resistenza armata che si andava formando nell’Italia occupata. Contro i partigiani, ma anche contro le popolazioni civili accusate di proteggere e aiutare i combattenti della Resistenza, i tedeschi, insieme ai fascisti della Rsi, condussero una spietata repressione, con rastrellamenti, rappresaglie e fucilazioni, come avvenne a Boves, a Marzabotto e alle fosse Ardeatine. Tale lotta si concluse solo nell’aprile del 1945, quando l’avanzata delle truppe alleate giunse fino alla Pianura Padana, scatenando l’insurrezione generale partigiana che pose fine alla guerra.
Nasce oggi Peter Sellers nato l’8 settembre 1925 a Portsmouth. Grande attore britannico di fama internazionale, protagonista de La Pantera Rosa, con la straordinaria verve comica e la brillante imprevedibilità delle sue interpretazioni, ha conquistato pubblici estremamente diversi anche attraverso eccellenti prove in ruoli drammatici. Ha detto: “Gli uomini dovrebbero sposare solo delle cattive cuoche, poiché una buona cuoca accorcia la vita”.
Maurizio Costanzo