OLGA MUGNAINI
Cronaca

Allarme per l’Arno soffocato dalle alghe, si devono aprire i rubinetti di Bilancino

L’Autorità di Bacino dell’Appennino ha chiesto di passare da 1,7 a 2 milioni di litri al secondo per far aumentare il livello del fiume

 Firenze,  caldo, siccità, alghe in Arno

Firenze, caldo, siccità, alghe in Arno

Firenze, 11 agosto 2021 -  Anche l’Arno sta soffocando dal caldo. Da giorni un tappeto di alghe si sta allargando sulla superficie, specialmente lungo gli argini del fiume nel tratto del centro storico. E il rischio è che queste piante, più che alghe “macrofite“, assorbano gran parte dell’ossigeno dall’acqua, causando morie di pesci. E’ per questo che già da ieri l’Autorità di Bacino dell’Appennino Settentrionale, competente dell’Arno, ha chiesto a Publiacqua di aumentare il livello e la portata del fiume, con maggiori immissioni dalle condutture di Bilancino, attraverso la Sieve. Si è passati quindi da 1,7 a 2 metri cubi al secondo di acqua. Ma visto il momento così torrido, per tutelare la salute dell’Arno si pensa già di aumentare nei prossimi giorni di altri 0,5 metri cubi al secondo. «E’ un fenomeno che si ripete tutti gli anni col caldo e che insieme all’Arpat cerchiamo di tenere sotto controllo – spiega Isabella Buonamini, ingegnere e responsabile del settore risorse idriche dell’Autorità di Bacino –. Solitamente si tratta di fioriture algali, che crescono quando la temperatura si alza e quando la portata del fiume è bassa, come in questo periodo. Di solito crescono maggiormente nei punti in cui si trovano più nutrienti, nella fattispecie azoto e fosforo, tipici delle zone maggiormente urbanizzate. Ecco perché queste piante è facile vederle vicino al Ponte Vecchio o comunque nel tratto del centro della città. Inoltre, ci sono le pescaie che rallentano la corrente e favoriscono la stagnazione". Così Publiacqua ha aperto di più i “rubinetti“ dell’Anconella, per cercare di far alzare il livello dell’Arno e migliorarne le condizioni. Ciò è possibile anche perché per un bel po’ di tempo non si prevedeono problemi di crisi idrica e si può quindi utilizzare tutta l’acqua che è necessaria. Al momento l’invaso di Bilancino è pieno al 90%. Le misurazioni parlano di una riserva da 62milioni di metri cubi, tenendo conto che la capienza massima è di 69. Negli anni di forte siccità si era scesi anche sotto i 45 milioni di metri cubi. Sono quattro i compiti assegnati all’invaso del Mugello. Il primo è quello idropotabile, ossia fornire acqua a Firenze e tutta la piana fino a Pistoia. Il secondo è proprio quello di assicurare la salute all’Arno e alla Sieve, mantenendoli vivi e vegeti con immissioni di acqua qualora si verifichino forti secche che mettano a rischio l’equilibrio dei torreni. Il terzo compito di Bilancino è quello di alimentare la piccola centrale idroelettrica gestita da Publiacqua. E infine, c’è anche l’aspetto turistico, sempre più significativo per le attività che si stanno sviluppando attorno al lago. Intanto si cercano di risolvere le difficoltà di approvvigionamento di questi giorni, che dipendono solo e soltanto dai cantieri su viale Lavagnini, dove si sta sostituendo un enorme tubo dell’autostrada delle acque che va verso la Piana e Prato. "Nonostante il rischio di abbassamento della pressione, i disagi per gli utenti della città dovrebbero essere minimi - si spiega da Publiacqua – La stazione dell’Anconella, che è il cuore dell’i ntero sistema idrico, continua a lavorare a pieno regime, con una media di 2.250 litri al secondo". La città è poi coperta da due grossi serbatoi, uno nella zona delle Cure e l’altro nei pressi dell’Erta Canina, che dovrebbero bastare a dare da bere a tutti i fiorentini.