Firenze, 19 settembre 2021 - Non è una consolazione, ma ben si conosce l’effetto che fa il mal comune. Se la Toscana deve rientrare di quasi mezzo miliardo per non ritrovarsi a fare conti di fine anno con un dissesto finanziario non ripianabile con i consueti assestamenti di bilancio, anche a gran parte delle altre Regioni non va molto meglio. E questo dà forza al governatore toscano Eugenio Giani che da domani sarà impegnato a Roma a batter cassa. "O si rinuncia a curare la gente o si spende: a ognuno le sue responsabilità", Giani più che determinato è già nella battaglia. "Nel mezzo di una pandemia e di una campagna d i vaccinazione senza precedenti è impensabile che il governo si tiri indietro dal contribuire all’alleggerimento del deficit delle Regioni con straordinari rimborsi Covid – spiega – Abbiamo l’esatto rendiconto delle spese in cui ogni voce è documentata. A partire dal personale e dagli hub vaccinali: ne abbiamo messi in piedi 90 in Toscana per arrivare allo straordinario risultato sin qui raggiunto del 78% della popolazione vaccinata. Poi le cure, i tamponi, il tracciamento".
Giani vuole andare fino in fondo. Conta di ottenere almeno 80-100 milioni da Roma. Intanto si va avanti con il raffreddamento della spesa. Ieri i direttori generali delle azienda sanitarie e delle aziende ospedaliero universitarie sono stati ricevuti dall’assessore regionale alla sanità Simone Bezzini. Una dolorosa liturgia andata avanti dalle otto del mattino alle quattro di pomeriggio per raccogliere le linee guida dei piani di rientro. Un taglio da cento milioni alla spesa per i prossimi tre mesi per l’Asl Toscana centro, 50 per ciascuna delle altre due Asl. Cifre più piccole per le aziende ospedaliero universitarie incaricate di fare il massimo dei volumi di attività per ridurre le liste di attesa.
Già, perché con tagli così consistenti i piani previsti di abbattimento delle liste di attesa non potranno essere realizzati come erano stati messi in piedi dalle Asl. Avanti con il blocco delle assunzioni salvo deroga dalla Regione (che dal 5 agosto ne ha autorizzate 609, di cui 240 per medici) e il monitoraggio rigoroso della spesa farmaceutica. Per le Asl il menù è fatto di tagli agli straordinari, rinvio degli acquisti, limatura dei servizi, ridefinizione di accordi con privati e volontariato, chiusura anticipata degli hub vaccinali. Nonostante l’effetto green pass abbia fatto lievitare il numero di vaccinazioni (3.500 prime dosi in più in Toscana), il Mandela Forum che doveva chiudere il 30 novembre fermerà l’attività un mese prima come la fondazione Sesa di Empoli; la Cattedrale di Pistoia dirà stop ai vaccini l’8 ottobre.
Domani al circolo Arci di San Bartolo a Cintoia l’assemblea dei delegati toscani di Cgil, Cisl e Uil per decidere le misure da intraprendere.