I numeri misurano la "febbre Vasari". In dieci giorni dal taglio del nastro hanno "viaggiato" nel mondo del maestro del Rinascimento, 2.600 persone. Se per il ponte di Ognissanti gli ingressi avevano segnato il primo record (1.726) ora la cifra aggiornata indica l’escalation con un trend di quasi mlle visitatori in più. E sono già 1.300 le prenotazioni di scolaresche che attendono il momento dell’incontro (laboratori didatti soldout), non solo con l’artista aretino che operò per la gloria di Cosimo I de’ Medici, ma anche per un faccia a faccia - pure questo unico - con la Chimera, tornata in città per arricchire la mostra vasariana e ricucire il legame con lo stesso Vasari. Fu lui a trasferire il bronzo etrusco a Firenze per esaltare il primato del Granduca e celebrare l’identità culturale della Toscana.
I numeri disegnano la mappa di un evento unico. Perchè nelle sale della Galleria d’arte moderna e contemporanea, per la prima volta sono riuniti capolavori dal Metropolitan Museum, dal Louvre, Vienna e dalle più prestigiose Gallerie nazionali, con in testa gli Uffizi. Turisti in coda davanti allo "scrigno" dei dipinti e degli scritti dell’artista, in piazza San Francesco. Il Rinascimento raccolto e raccontato nella stessa piazza dove Vasari va a braccetto con Piero della Francesca. Una piazza che diventa fulcro di un evento culturale di livello nazionale dedicato all’arte classica. Vasari e Piero, mai così vicini. È una parete tra la Galleria e la Basilica a separare i due maestri del Cinquecento e i loro "gioielli" d’arte: da una parte i dipinti e i disegni del pittore-architetto-letterato, dall’altra lo splendore degli affreschi di Piero della Francesca che narrano il ciclo della Vera Croce.
"Una mostra irripetibile, non capiterà più, per molto tempo l’occasione di vedere queste opere tutte insieme", dice Cristina Acidini curatrice della mostra "Vasari. Il teatro delle virtù" attraverso la quale Arezzo celebra i 450 anni dalla morte dell’artista. Le sale della Galleria sono il "centro di gravità" degli eventi dell’anno vasariano ma da qui si dipana un percorso che tocca la chiesa di Sant’Ignazio, dove sono esposte quattro imponenti pale d’altare, i musei statali (Medievale e Archeologico), l’Archivio di Stato, le chiese dove ha lasciato il suo segno. Il fil rouge è un viaggio dentro un artista poliedrico: otto le sezioni del percorso espositivo, ideate per presentare in maniera completa non solo l’opera di Vasari, ma anche la sua fittissima rete di relazioni e le novità di cui fu interprete. Novità che avrebbero cambiato per sempre la storia dell’arte.