Livorno, 31 marzo 2025 – Prosegue la caccia al commando che venerdì scorso ha assaltato e rapinato due furgoni portavalori sulla variante Aurelia, all’altezza di San Vincenzo. Quando l'eco dell'attacco è giunta a Giancarlo Dionisi, prefetto di Livorno da luglio e precedentemente per 18 mesi rappresentante del Governo a Nuoro, il ricordo è subito andato al suo passato in Barbagia.
Modus operandi e strategie investigative
Le modalità operative dell'agguato, tipiche quasi da segnare un'impronta distintiva della criminalità sarda, hanno riacceso in lui memorie precise. Le indagini, ora in pieno svolgimento e di grande complessità, sembrano delineare, attraverso immagini video e l'accento di alcuni membri del commando, una pista che conduce dritta all'Isola.

"Assolutamente sì" – dichiara Dionisi – il pensiero è immediatamente corso al periodo trascorso in Sardegna. All'epoca, subito dopo l'assalto a un portavalori sulla statale 131, abbiamo istituito una task force e avviato un protocollo con le società di vigilanza che ha dato ottimi risultati. Anche a Livorno intendo proporre un approccio simile. Sono convinto che una comunicazione efficace possa giocare un ruolo cruciale nella preparazione di ogni trasporto. L'intento è quello di rafforzare la cooperazione e migliorare soprattutto il coordinamento tra tutti gli attori coinvolti, in modo tale che ogni trasporto di valori sia pianificato, monitorato, e accompagnato da appropriate misure di sicurezza."
L'innovazione della sorveglianza con droni
Dionisi annuncia inoltre la volontà di introdurre l'uso di droni a Livorno, descrivendoli come strumenti utili dal punto di vista economico ed efficaci per la deterrenza e il monitoraggio in tempo reale del percorso, fornendo alle forze di polizia informazioni immediate e precise.
La complessità delle investigazioni
"Le indagini sono, ovviamente, in corso e se ne occupano le forze di polizia e la magistratura, in cui ripongo massima fiducia" – conclude Dionisi –. È imperativo ricordare che questi crimini non sono mai episodi isolati; spesso, dietro di essi, si celano strategie articolate, potenzialmente riconducibili a organizzazioni criminali strutturate, anche di matrice mafiosa, con ramificazioni che vanno ben oltre i confini provinciali e regionali."