L’ospedale a casa dei malati. Già 100mila gli anziani seguiti. Ma c’è ancora tanto da fare

L’assistenza domiciliare integrata dev’essere offerta a tutti gli anziani non autosufficienti. L’assessore Bezzini: “Siamo tra le regioni al top d’Italia, con aumento del 144% rispetto al 2023”

Assistenza domiciliare in Toscana

Assistenza domiciliare in Toscana

Firenze, 21 settembre 2024 – Curarsi a domicilio? Non è semplice come dirlo. Anche se qualcosa si muove, almeno stando ai dati della Regione Toscana, c’è da fare molto di più. L’obiettivo, per la salute degli anziani non autosufficienti e dei fragili, è evitare le ospedalizzazioni nel momento in cui si riacutizzano alcune delle patologie di cui soffrono. In prima istanza perché il ricovero disorienta l’anziano e lo espone ai rischi di infezioni ospedaliere anche molto gravi e pericolose, in secondo luogo perché i pronto soccorso scoppiano e il numero di anziani che si trova lì perché nessun altro si è preso diversamente cura di loro è enorme, ma non dovrebbero esserci.

L’assistenza domiciliare integrata dovrà diventare sempre più realtà diffusa. Ora funziona a macchia di leopardo, in alcune zone meglio. Ma in tanti non sanno ancora cosa sia, nonostante la Toscana sia al top in Italia per pazienti seguiti. Si tratta di un servizio gratuito di cure ospedaliere a domicilio, rivolto a persone in situazioni di fragilità, non autosufficienti in modo totale o parziale.

Nel 2023 su 967.750 toscani over 65 113.853 (l’11,92%) sono stati seguiti a casa. Gli over 75 sono 528.220. E per il 2024 l’obiettivo assegnato alla Toscana è di curarne a domicilio 106.490. A fine agosto erano già 90.112 le persone prese in carico. “Si tratta di numeri che lasciano intendere un possibile superamento dell’obiettivo – spiega l’assessore regionale al diritto alla salute, Simone Bezzini – Quando si parla di anziani curati a casa la Toscana è una delle regioni che segna uno degli incrementi più importanti a livello nazionale in termini percentuali rispetto agli obiettivi 2023, certificato anche dall’ultima relazione di Agenas sull’andamento della linea d’intervento della Missione 6 del Pnrr ’Casa come primo luogo di cura’ che prevede, entro il 2026, la presa incarico di 800mila nuovi pazienti over 65, ossia il 10% della popolazione italiana di età superiore ai 65 anni”.

A livello italiano l’incremento atteso per l’anno 2023 era di 526mila nuovi assistiti, un obiettivo che è stato superato di quasi tremila unità. L’obiettivo assegnato alla Toscana era di 26.595 pazienti in più, soglia ampiamente superata. Nel 2023 il numero di assistiti è infatti cresciuto di circa 12mila con un incremento percentuale del 144%.

Alla fine sono stati 38.302 i nuovi pazienti presi in carico a domicilio, pari all’11,92% della popolazione over 65. “Un numero che colloca la Toscana ai vertici nazionali. Un risultato ottenuto a fronte di un finanziamento inferiore alla Toscana rispetto ad altre regioni – incalza Bezzini – La ripartizione è avvenuta sulla base della distanza dal target per l’assistenza domiciliare. Avendo la Toscana i livelli di assistenza più elevati del Paese, insieme a Veneto ed Emilia Romagna,ha ricevuto un finanziamento inferiore”.

Ma come si attivano i servizi a domicilio? Può pensarci il medico di famiglia, la Cot (Centrale operativa territoriale) in seguito alla segnalazione dell’ospedale o di sanitari che lavorano sul territorio, ma sempre in accordo con il medico di base di riferimento del paziente. La Toscana ha come obiettivo quello di rafforzare le cure domiciliari anche attraverso le nuove strutture previste dalla riforma dell’assistenza territoriale: il numero unico 116117 e la Centrale operativa territoriale saranno gli strumenti di raccordo per la presa in carico. Anche gli ospedali di comunità saranno un elemento importante per chi ha bisogno di un periodo di ricovero per un livello di assistenza non assicurabile a domicilio.

I numeri sono importanti: in Toscana la stima della prevalenza di non autosufficienti tra gli anziani utile ad un confronto tra la Toscana ci sono circa 100mila anziani non autosufficienti e 136mila fragili, oltre i circa 14mila ospiti delle Rsa. Si può e si deve fare di più per loro.

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