ILARIA ULIVELLI
Cronaca

Assistenza estinta, la guardia medica per chi è in vacanza non esiste quasi più

Il servizio per i turisti manca ormai in molte località della costa, specialmente nel Grossetano, a causa della mancanza di sanitari. Un altro impegno per i dottori di famiglia e le ’guardie’ per i residenti

Il servizio di guardia medica turistica è in estinzione (foto repertorio)

Firenze, 8 agosto 2023 – Il servizio di guardia medica turistica è in estinzione. E in molti casi già estinto. Sparito. Perché mancano i medici. Per questo in moltissime località turistiche, specialmente nel Grossetano si è costretti a rivedere la formula dell’assistenza sanitaria territoriale rivolta ai turisti. Un servizio importante che consente per le cose meno gravi di evitare l’affollamento dei pronto soccorso.

I turisti nei giorni festivi e la notte potranno rivolgersi alla guardia medica dedicata ai residenti, mentre durante il giorno l’assistenza sarà garantita dai medici di famiglia locali, i quali però sono già oberati di lavoro, essendosi alzata la soglia del massimale degli assistiti a 1.800.

In ogni caso chi ha necessità di un medico dovrà prendere informazioni alla Asl o nelle farmacie del luogo per sapere quali sono i medici di famiglia e dove e in quali orari fanno ambulatorio e mettersi in fila.

"Una situazione inevitabile perché ci sono sempre meno medici – spiega Cesare Scola, segretario provinciale continuità assistenziale Fimmg Grosseto – L’assistenza ai turisti è garantita dalle guardie mediche per i residenti e dai medici di famiglia, certo che la situazione è abbastanza complicata anche perché i dottori di base sono carichi di lavoro con 1.800 assistiti".

Non c’è più la guardia turistica a Capalbio, dove l’ospedale più vicino è a Orbetello, a più di venti minuti d’auto, manca anche a Orbetello, Porto Santo Stefano, Marina di Grosseto, Follonica, Castiglione della Pescaia. Na non va meglio nel Livornese, in Versilia e neppure nell’alta Toscana.

Anzi. Anche per i medici di famiglia ci sono forti carenze. I posti vacanti in Toscana oggi sono 256, di cui 73 nei territori dell’Asl Toscana centro, 115 nella Nord Ovest e 68 nella Sud Est. Si ripara assegnando gli assistiti ai medici in servizio. Ma la situazione è sempre più complessa.

Mancano 6 medici di famiglia a Pistoia, 4 a Quarrata, 4 a Prato, 2 a Montemurlo, 3 a Fiesole, 4 a Borgo San Lorenzo e Vicchio, 4 a Pelago, Pontassieve e Rufina, 2 a Bagno a Ripoli, 2 a Greve in Chianti, 8 a Carrara, 12 a Massa, 6 nella Bassa Lunigiana, 3 nell’Alta Lunigiana, 4 a Lucca, 6 ad Altopascio, Capannori, Porcari, 12 nella Versilia Nord (Forte dei Marmi, Pietrasanta, Serravezza, Stazzema), 13 nella Sud (Camaiore, Massarosa, Viarreggio), 7 all’Elba, 7 a Montepulciano, Pienza, Sinalunga, 19 nell’Aretino, 29 nel Grossetano.

Mentre proprio il servizio di guardia medica si appresta a essere trasformato. E’ il quarto tentativo in dieci anni. La riorganizzazione finora è sempre fallita.

Si rivede una bozza di riforma della guardia medica organizzata sulle sedici ore di servizio, con l’orario notturno affidato alla centrale nascente del numero telefonico unico europeo 116117 per l’accesso alle cure mediche non urgenti e ad altri servizi sanitari territoriali a bassa priorità.

I medici di medicina generale della Fimmg hanno appena rivisto l’ultima bozza a questo punto pronta per essere sottoposta all’assessorato regionale alla sanità. La Fimmg ha proposto come unica soluzione per uscire dalla carenza ormai cronica l’organizzazione con la cosiddetta formula dell’h16 e cioè un servizio di guardia medica che si svolga su tutte le postazioni esistenti fino alla mezzanotte dei festivi e prefestivi, mentre da mezzanotte alle 8 resterebbero centrali telefoniche e il servizio nelle aree più decentrate, tale da impegnare un numero limitato di medici che potranno gestire le poche richieste in quelle ore, assicurando il mantenimento intatto del servizio diurno.

La Regione vaglierà la proposta. Ma sul riassetto si deciderà in autunno, quando dovrebbe entrare in funzione il numero unico 116117. Una volta messo definitivamente a punto – si parla di ottobre – il servizio dovrebbe partire in via sperimentale per sei mesi in alcune aree più centrali delle tre Asl. Non sarà una decisione definitiva. Perché se al termine dei sei mesi il servizio dovesse aver mostrato problematiche evidenti si tornerà indietro, diversamente si andrà avanti per estenderlo a tutta la regione. Con il personale risparmiato nelle ore notturne verrà potenziata l’assistenza domiciliare ai pazienti cronici e oncologici.