LUIGI CAROPPO
Cronaca

Passa l’aumento Irpef: "Ma ora una task force per la svolta nella sanità". Iv non vota

"Tagli e risparmi: vogliamo ridurre subito i costi dell’addizionale" dice Giani. Il partito renziano "coglie i segnali del Pd" e decide di non rompere

Da sinistra, Giani, Ceccarelli e Scaramelli

Da sinistra, Giani, Ceccarelli e Scaramelli

Firenze, 22 dicembre 2023 – Tutto come annunciato: tra Partito democratico e Italia Viva crisi di maggioranza sfiorata, ognuno gonfia il petto e dice di aver tenuto il punto. Le macerie di una settimana vissuta sul filo della frattura lascia due certezze, una più preoccupante dell’altra.

La prima : per seicentomila toscani l’addizionale Irpef regionale aumenterà da un centinaio di euro all’anno a oltre duemila euro (tra i 28mila e gli oltre 200mila euro di reddito annui). Lo ha deciso il voto di ieri sera in consiglio regionale toscano: l’emendamento Giani è stato approvato con i 22 voti favorevoli dei consiglieri regionali del Pd mentre il centrodestra (Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega) e il M5Stelle, in tutto 13 consiglieri, hanno votato contro. Nessun astenuto. I due consiglieri di Italia Viva, Stefano Scaramelli (capogruppo) e Maurizio Sguanci, che fanno parte della maggioranza, sono usciti dall’aula evitando di partecipare al voto, in dissenso aperto sull’emendamento tasse regionali.

Seconda certezza: la sanità è in crisi, lo certifica, se ce ne fosse bisogno, il dibattito nell’assemblea toscana. Tutti i partiti di maggioranza e opposizione, con le sfumature del caso, sono coscienti che bisogna cambiare verso, altrimenti il buco di bilancio diventerà voragine. Giani, come annunciato all’inizio di novembre da La Nazione, ha varato il piano di contenimento della spesa. Obiettivo: recuperare 200 milioni. Ieri il governatore ha ribadito: "Ritengo che un supplemento di analisi sul nostro sistema sanitario, sull’appropriatezza delle prescrizioni, sui sistemi territoriali che non funzionano e si riversano sul pronto soccorso, tutto questo lo voglio analizzare. È il lavoro che voglio fare in maniera accurata con una task force". Perché "il mio obiettivo il prossimo anno è ridurre le aliquote Irpef che ora approviamo". La spesa della sanità "dev’essere ridotta e contenuta, ma senza toccare il nostro sistema sanitario pubblico".

Questa posizione, ribadita anche dal capogruppo del Pd Vincenzo Ceccarelli in aula, ha evitato la crisi di giunta. I renziani ammettono che non è stata trovata una sintesi col Pd sull’addizionale, ma colgono il segnale di apertura del ‘lodo Giani-Ceccarelli’ sull’impegno a ridurre nel 2024 l’imposta, qualora dovessero arrivare le risorse attese per il payback. E poi non votano anche il resto della manovra di bilancio. "Per coerenza".

E’ stata una lunga giornata di incontri, messaggi, caffè. Trattative. Nervosismo. In campo, oltre al governatore Eugenio Giani in un ruolo di mediazione spinta, il segretario toscano dem Emiliano Fossi, il responsabile enti locali Stefano Bruzzesi, il capogruppo Vincenzo Ceccarelli, i renziani Stefania Saccardi, vicepresidente toscana, Stefano Scaramelli e il coordinatore Nicola Danti. Alla fine è stata trovata l’exit strategy, la strategia di uscita che potesse salvare la tenuta di maggioranza e rispettasse l’orgoglio delle scelte. Sì del Pd all’addizionale per salvare la sanità e il bilancio toscano, ma con l’impegno a rivedere i costi del sistema sanitario nel corso del ’24 e a restituire i soldi ai toscani chiesti quest’anno. In assente al voto.

Crisi rientrata , un segnale che Pd e Iv hanno voluto dare anche in prospettiva amministrative del ’24. La rottura in Regione voleva dire chiudere per sempre su Firenze, dove uno spiraglio d’intesa resta aperto. Basta far passare le Feste da separati in casa, non certo allegre, ognuno nei propri spazi, ma con uso cucina.