Firenze, 14 novembre 2024 – “Oggi c’è la nostra soddisfazione nel vedere accolto il disagio per una concezione di autonomia regionale che non è assolutamente quella che ha ispirato la riforma del titolo V nel 2001”.
E’ quanto dichiara Eugenio Giani appena appresa la nota stampa sulle questioni di costituzionalità della legge sull’autonomia differenziata. La Corte costituzionale ha ritenuto "non fondata" la questione di costituzionalità dell'intera legge sull'autonomia differenziata, considerando invece "illegittime specifiche disposizioni" dello stesso testo legislativo
“Siamo naturalmente in attesa della sentenza ma quello che emerge è che il modello di regionalismo differenziato dell’articolo 116 terzo comma della Costituzione non è quello che veniva seguito dalla legge 86 del 2024: come da noi sostenuto nel ricorso queste condizioni particolari di autonomia debbono riguardare solamente materie di specifica caratterizzazione di quella determinata Regione, non tutte le materie come alcune Regioni e anche legge 86 volevano. Poi c’è la questione della sostenibilità finanziaria e anche con riferimento a questo la Corte sembra andare nel senso da noi auspicato con i ricorsi”.
“Il regionalismo differenziato che la Costituzione prevede – continua Giani - non è quello che diceva la legge voluta dal Governo e approvata dalla maggioranza di centrodestra, ma quello che noi sostenevamo che fosse: è un regionalismo che comunque deve rispettare il principio di solidarietà, solidarietà ed equità”.