REDAZIONE CRONACA

Aveva 22 anni

PERUGIA Una febbre durata giorni, bollata come influenza. La visita in pronto soccorso per il vomito incessante e disturbi gastrointestinali che...

PERUGIA Una febbre durata giorni, bollata come influenza. La visita in pronto soccorso per il vomito incessante e disturbi gastrointestinali che...

PERUGIA Una febbre durata giorni, bollata come influenza. La visita in pronto soccorso per il vomito incessante e disturbi gastrointestinali che...

PERUGIAUna febbre durata giorni, bollata come influenza. La visita in pronto soccorso per il vomito incessante e disturbi gastrointestinali che l’avevano disidratata. E poi quell’intervento ortopedico cui si era sottoposta a fine gennaio, in una clinica privata convenzionata, in Emilia-Romagna. Sono tanti gli elementi che rendono ancora più misteriosa la morte di improvvisa di Giada Coppola, ventiduenne della provincia di Perugia che venerdì è arrivata in condizioni disperate all’ospedale del capoluogo dopo il trasporto in elisoccorso da Moiano, frazione di Città delle Pieve, dove la ragazza viveva con i genitori e il fratello. A dare l’allarme proprio il ragazzo, che venerdì ha chiamato il 112 perché la sorella aveva accusato un malore. Sul posto, però, i sanitari non sono riusciti a salvarle la vita e la giovane è arrivata in ospedale con i parametri vitali già compromessi.

Il Santa Maria della Misericordia di Perugia ha disposto accertamenti diagnostici per chiarire le cause del decesso, in particolare se la giovane soffriva di qualche patologia - anche di natura genetica - visto che la stessa madre ha subito riferito di una sua pregressa embolia polmonare. Tasselli di un quadro clinico complesso, come i fatti immediatamente precedenti la morte: l’antibiotico somministrato per la tosse e la febbre, sospeso dal medico di pronto soccorso poche ore prima, era alla base del vomito incessante e dei disturbi gastrointestinali che avevano indebolito e disidratato la giovane? Giada poteva essere salvata? I disturbi degli ultimi giorni sono in qualche modo collegati tra loro o indecifrabili coincidenze? Interrogativi attendono le risposte che serviranno alla famiglia - sconvolta dal dolore - per decidere che strada imboccare. Per ora non risulta esposto da parte loro per chiedere alla Procura di indagare, per questo non esistono un fascicolo o indagini in corso.

"Dobbiamo cercare la verità, lo dobbiamo a Giada e a suo fratello", racconta la madre Barbara. Ora rimane solo la ricerca della verità clinica, anche per capire se si è trattato di un problema pregresso anche di familiarità con i disturbi genetici per il rischio trombosi, perché "riavere mia figlia - conclude la mamma - quella sarebbe l’unica cosa che desidero, ma che non potrò mai cambiare. Invece devo sapere se esiste un rischio per il fratello".

Sara Minciaroni