
La coda di un capodoglio nel Mediterraneo
Firenze, 3 settebre 2019 - In questi ultimi tempi ultimi tempi si è parlato molto di delfini, soprattutto per il fatto che ne sono morti tantissimi negli ultimi mesi, sembra per un’epidemia di morbillivirus. Nel Mar Mediterraneo oltre ai delfini vivono anche altri cetacei: capodogli e balene. Per saperne di più abbiamo intervistato Micaela Bacchetta del Centro Ricerca Cetacei che ha sede all’isola d’Elba ed è nato nel 2003 da un’idea di Micaela.
Che cosa è e come opera il Centro Ricerca Cetacei?
’idea era creare un ente di ricerca privato, non un’associazione condizionata da fondi statali o umori politici, per dedicare totalmente la vita alla conoscenza dei cetacei e alla sensibilizzazione della gente al loro rispetto, in maniera trasparente e libera. Dopo un’analisi delle aree meno monitorate del Santuario dei Cetacei, l’attività si è concentrata in tutto il Tirreno Settentrionale, dove la società ha trovato nell’Isola d’Elba un eccezionale punto di partenza. L’obiettivo del Centro è la salvaguardia dei cetacei del Mediterraneo con progetti di ricerca scientifici svolti con metodi rigorosamente non invasivi, avvalendosi prevalentemente di barche a vela eco-compatibili. La tecnica è semplice: i ricercatori del Centro esplorano e valutano un’area vivendo almeno 5 mesi l’anno in mare; sviluppano progetti mirati ed efficaci per studiare le popolazioni di cetacei locali e garantire adeguati programmi di salvaguardia. Ai ricercatori si affiancano spesso ragazzi che svolgono tesi di laurea o stage formativi partecipando attivamente all’attività di ricerca. Il tutto è sostenuto da sponsor privati, dai corsi teorico-pratici in mare per studenti e turisti, nonché dalla campagna di adozione dei delfini.
É possibile fare una stima delle balene e dei capodogli che vivono nel Mediterraneo?
La ricerca sui grandi cetacei è svolta in modo regolare da pochi centri in Mediterraneo, anche perché questi grandi mammiferi marini compiono importanti migrazioni nel nostro bacino e non hanno una zona di stretta stanzialità rendendo quindi difficile un monitoraggio e censimento costante. La stima approssimativa si stima attorno ai 200 esemplari per la balenottera comune e attorno ai 2500 individui per il capodoglio. La presenza di questi animali nel Mediterraneo è aumentata negli ultimi anni? E se sì perché? Per le ragioni sopra elencate risulta difficile stabilire se la popolazione sia in aumento o in decrescita, tuttavia ogni anno vengono avvistate nella nostra area balenottere affiancate da piccoli, il che ci lascia ben sperare.
Quali sono le caratteristiche principali di questi animali?
I capodogli sono animali veramente molto particolari, cetacei in grado di raggiungere profondità abissali, fino a 3000 metri di profondità e di rimanere in apnea anche per 3 ore. Regolando il calore dell’olio all’interno dell’organo spermaceti (che si trova nel capo), riescono ad utilizzare la testa come stabilizzatore durante le loro immersioni. Predano solamente calamari. Le balenottere invece sono misticeti, quindi cetacei con i fanoni, animali filtratori che si nutrono solamente di plancton e piccoli pesci; le balenottere si avvicinano anche molto alle coste dell’isola d’Elba seguendo le correnti di plancton durante il periodo estivo, come è capitato quest’anno a luglio.
Che cosa si deve fare (e cosa non si deve fare...) se si vede uno di questi animali?
Durante l’avvistamento di questi animali è importante seguire poche e semplici regole, per la sicurezza e per il rispetto di questi splendidi giganti gentili: distanza minima di 30 metri con avvicinamento a velocità ridotta. Rotta costante e parallela agli animali, se stazionari spegnere il motore. Le interazioni tra uomini e cetacei devono essere limitate, saranno gli animali stessi se lo desidereranno a cercare un contatto con voi. L’osservazione deve avvenire nel rispetto dei Cetacei, animali liberi che non si devono sentire in alcun modo intrappolati dagli osservatori. Entrare in acqua risulterebbe assolutamente inutile data la diffidenza di questi animali. In più potrebbe addirittura essere pericoloso se effettuato con eccessivo disturbo, con tuffi rumorosi o in presenza di mamme con piccoli. Chiunque avvisti cetacei nel Mediterraneo, oltre godersi il magnifico spettacolo, può rendersi utile alla ricerca inviando i dati dell’avvistamento attraverso il sito www.centroricercacetacei.org alla pagina ‘segnala avvistamento’ del progetto argonautica. In questo modo le segnalazioni del pubblico aiuteranno i ricercatori ad effettuare una stima della popolazione e i dati inseriti saranno immediatamente visualizzabili sulla mappa del Mediterraneo.