GABRIELE MASIERO
Cronaca

I balneari della Toscana sulle barricate: "Novemila imprese a rischio"

Imprenditori e sindaci della costa toscana contro la svolta sulle concessioni: "Vicenda gestita male che ora lascia nell’incertezza operatori e enti locali"

I balneari della Toscana protestano per le novità sulle concessioni

Pisa, 17 febbraio 2022 - Il riordino delle concessioni balneari appena varato dal Governo agita i balneari toscani: un settore che conta circa 900 imprese (moltissime a conduzione familiare) e più di 9mila addetti diretti che diventano quasi 50mila con l’indotto. Le amministrazioni della costa e le associazioni di categoria fanno quadrato e chiedono al Parlamento di tutelare maggiormente le imprese. "Questo provvedimento - tuona il sindaco di Forte dei Marmi, Bruno Murzi - è l’epilogo di una vicenda gestita male fin dal 2006 che oggi lascia nell’incertezza migliaia di concessionari demaniali, che si ritrovano ad avere una data precisa di scadenza e nello stesso tempo non hanno nessuna certezza di quelle che saranno le loro tutele, sempre che alle stesse si possa dare non solo il giusto valore economico ma anche quello storico culturale delle famiglie di imprenditori che hanno contribuito a far nascere e crescere il turismo di qualità del territorio".

La pensa allo stesso modo il sindaco di Pisa, Michele Conti: "Il Parlamento deve impegnarsi a fare tutto il possibile per tutelare le imprese: non si può cancellare con un colpo di spugna oltre un secolo di storia degli operatori del turismo balneare. Solo sul nostro litorale esistono circa 100 imprese che hanno investito in professionalità e risorse, da generazioni, per offrire servizi e accoglienza: io come sindaco sono al loro fianco". Di "tradizione storica consolidata" parla anche un altro sindaco, Alberto Giovannetti di Pietrasanta: "Le notizie che arrivano da Roma mettono in pericolo questa tradizione e, di conseguenza, l’economia dell’intero territorio".

Di ben altro tenore la posizione di Aduc-Associazione per i diritti degli utenti e consunatori che avverte: "L’Antitrust ha ricordato che ‘nel 2019, su un totale di 29.689 concessioni demaniali marittime (con qualunque finalità) ben 21.581 pagavano un canone inferiore a 2500 euro’. La disposizione della messa a bando dei servizi deriva da una direttiva europea del 2006, detta Bolkestein, che ha permesso di liberalizzare alcuni settori, dei quali il consumatore ha tratto benefici".

Non è d’accordo Fabrizio Lotti, vicepresidente nazionale di Fiba balneari e operatore della costa est di Piombino: "E’ necessario il riconoscimento del valore degli investimenti fatti e l’offerta del canone di affitto che non deve essere decisiva per l’assegnazione delle concessioni, ma deve prevalere la qualità del servizio e l’esperienza". Infine, secondo Adalberto Sabbatini, Cna Grosseto, "quello del governo è un atto di prepotenza".