STEFANO BROGIONI
Cronaca

Kata, sesto giorno dalla scomparsa. Pressing della Procura sui genitori e ancora ombre sulle testimonianze

Nessuna rivendicazione del rapimento. La telefonata muta alla madre con il pianto di una bimba in sottofondo

Firenze, 16 giugno 2023 – Sei giorni di assenza, e di sinistro silenzio. Nessuna notizia di Kata. Nessuna prova che è in vita, nessuna rivendicazione del rapimento . Solo una strana telefonata in cui la mamma ha sentito il pianto di un bambino e un commento sulla diretta Facebook della marcia di ieri della comunità peruviana: "Sono con lei in Germania", parole forse scritte dall’ennesimo mitomane.

Il caso della bimba di origini peruviane scomparsa sabato scorso dall’Astor, l’ex hotel occupato tra Novoli e San Iacopino, è sempre più contraddistinto dalle ombre. Ombre percepite anche dagli inquirenti che ufficialmente indagano per sequestro di persona a scopo di estorsione. Ieri, i pm Christine Von Borries e Giuseppe Ledda hanno dedicato il pomeriggio a sentire prima il padre di Kata, Miguel Angel Romero Chicclo e risentire ancora una volta la mamma, Katherine Alvarez Vasquez.

Le loro parole sono state secretate. Però, i due genitori hanno cambiato atteggiamento. Niente più indici puntati contro i rivali dell’occupazione di via Maragliano. Neanche più appelli per la salvezza di Kata. "Non accusiamo nessuno", si sono limitati a dire uscendo dal tribunale, schivando le telecamere. E niente più Astor: da ieri sera, location top secret.

Forse, la nuova “strategia“ è figlia di un cambio di avvocato. Non c’è più l’associazione Penelope, ma due nuovi legali che formalizzeranno stamani l’assunzione. "Le reiterate interferenze esterne subite nello svolgimento di questo delicatissimo mandato mi hanno suggerito di rinunciare all’incarico professionale tant’è che già nel primo pomeriggio (di ieri, ndr) ho invitato la mamma a nominare altro difensore", ha fatto sapere l’avvocato Daica Rometta.

Però, la percezione di un diverso modo di porsi anche nei confronti degli inquirenti è netta. Bocche cucite, però, degli investigatori, in linea con la decisione di porre il timbro di segretezza sul contenuto delle dichiarazioni rese ai magistrati.

Il primo ad entrare nell’ufficio del magistrato è stato il padre. Miguel Angel, recluso a Sollicciano fino a martedì sera dopo una condanna in primo a grado a due anni per furto, era stato sentito, sinora, soltanto dai carabinieri. Calzoni corti e scarpe Nike, una t-shirt nera su cui spiccano i noccioli del rosario, in un confronto durato oltre due ore è stato scavato nel suo passato, anche recente, alla ricerca di un movente che possa aver innescato una ritorsione o una vendetta ricaduta su sua figlia.

Nel curriculum di Romero Chicllo ci sono borseggi e rapine, un violento alterco con un rumeno e la questione delle camere dell’Astor. "Ho comprato tre stanze lì dentro, forse pensano che abbia i soldi", ha detto alle telecamere di Chi l’ha visto?, mercoledì sera. In quella puntata, vedendo uno dei video che ritraggono l’ultima immagine di sua figlia, ha accusato anche la persona con il gilet "di essere stato lui o di entrarci qualcosa" riguardo alla scomparsa di Kata. Ieri, avrebbe circostanziato meglio. Dopo di lui, mamma Katherine ha di nuovo chiarito quanto ha fatto sabato, da quando ha scoperto dell’assenza della bambina fino a quando, alle ore 20.30, è iniziata la verbalizzazione della denuncia di scomparsa presso i carabinieri di Santa Maria Novella. Cos’è successo in quelle cinque ore? Dove è stata cercata Kata? Quali telefonata sono state fatte?

Risposte che le indagini dei carabinieri stanno cercando. Intanto, c’è stato un nuovo accesso all’immobile occupato. I carabinieri hanno portato via lo spazzolino di Kata. Vogliono ricavarci il suo dna. Niente di strano, o forse sì.