ANGELA BALDI
Cronaca

Banche, emorragia sportelli: persi 60 in sette anni

Altri 20 a rischio entro il 2025. I problemi delle famiglie

lorito

Arezzo, 2 aprile 2023 – In sette anni Arezzo ha perso 66 sportelli bancari. Sono i dati diffusi dalla Cgil sull’emorragia di sportelli, ma anche di dipendenti e servizi che ha colpito tutta la Toscana. Aumentano così i comuni e i piccoli centri non “bancati”. Crolla anche il numero dei dipendenti, una situazione che a livello regionale è più accentuata rispetto a quella nazionale: lo dicono gli ultimi dati di Banca d’Italia sulla desertificazione bancaria. Una situazione che penalizza i territori e i cittadini. In Toscana, dal 2021 al 2022, si sono persi 57 sportelli bancari (-3,5%). La maggior parte di questi sono su Firenze (14), ma è Arezzo la provincia con la variazione negativa più alta (-5,88%, pari a 9 sportelli. Dal 2015 al 2022, sono state 66 in totale le chiusure in città. E non è finita qui. Tra la chiusura di una filiale e l’altra entro il 2025 perderemo una ventina di sportelli bancari, assistendo a una vera e propria desertificazione. Si è appena insediato come Segretario provinciale del sindacato dei bancari Fabi, e già Giovanni Lorito snocciola numeri e preoccupazione per il settore.

Quali le sfide più importanti?

“Il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale, che si preannuncia complicato, con la revoca da parte di Intesa Sanpaolo del mandato di rappresentanza all’Abi, ma abbiamo piena fiducia nella nostra Segreteria Nazionale che saprà ottenere il meglio per la categoria. Poi i piani industriali dei principali Gruppi che prevedono nuove chiusure di sportelli in tutta la provincia”.

Cosa accadrà ad Arezzo?

“I grandi gruppi fanno da apripista alle piccole realtà, Banca Tema ha appena chiuso lo sportello di via Crispi, con ricadute su clientela retail, economia locale e personale bancario, a rischio mobilità. Intesa Sanpaolo, che nel quadriennio 21/25 marcherà un -20 sportelli nella provincia, con la chiusura della filiale di via Trento Trieste, resterà con due soli sportelli in città e, non essendo stato rimpiazzato il Bancomat oggetto di rapina all’Esselunga, già assistiamo alle code per usufruire degli Atm”.

Siamo di fronte a una desertificazione bancaria?

“I maggiori disagi sono per i clienti dei piccoli centri, dove oltre al processo di desertificazione bancaria bisogna combattere con infrastrutture non in linea coi tempi quanto a connessione, con difficoltà di utilizzo dei servizi online”.

A ciò si aggiunge l’incremento dei tassi di finanziamento..

“Una criticità nata a seguito dei rialzi del tasso di sconto operati da Bce. Rialzi che stanno mettendo in difficoltà le famiglie, già colpite da un’inflazione a due cifre, mai registrata dall’introduzione dell’Euro, e che colpiscono le imprese, con un rallentamento della ripresa economica. La forbice, tra i tassi applicati ai finanziamenti e quelli riconosciuti sulla raccolta bancaria, si è intanto allargata dal’1% dello scorso agosto, al 3,5% odierno. Da uno studio della Fabi emerge che 6,8mln di famiglie sono indebitate e le rate dei finanziamenti (a tasso variabile) sono aumentate del 40%, mentre le rate per un nuovo finanziamento a tasso fisso sono quasi raddoppiate, rispetto allo stesso finanziamento erogato un anno fa. Il numero di famiglie in stato di povertà è, nel frattempo, passato da 1mln del 2005 ai 2mln del 2021”.

Come influisce sui mutui la direttiva Ue sulle case green?

“Nuovo elemento di incertezza la Direttiva Ue sull’efficienza energetica, che potrebbe imporre il miglioramento della classe delle abitazioni, invitando le banche a innalzare la classe energetica media degli immobili presi in garanzia dei mutui. Le banche si stanno già muovendo penalizzando le valutazioni degli immobili “non efficienti”. In una provincia come la nostra, che vanta centri storici di sconfinato fascino, ma con immobili mediamente plurisecolari, la transizione al green si può tradurre in un bagno di sangue”.