Firenze, 19 marzo 2024 – La Fiorentina e il mondo del calcio piangono la scomparsa di Joe Barone, deceduto nella giornata di oggi al San Raffaele dopo il malore cardiaco che lo ha colto domenica scorsa nel ritiro della Fiorentina che stava preparando la partita contro l'Atalanta.
Un arresto cardiaco che poi si è rivelato fatale. Barone, che domani avrebbe compiuto 58 anni, lascia la moglie Camilla, i quattro figli, Pietro, Salvatore, Giuseppe e Gabriella, oltre al nipotino Giuseppe Tommaso, di circa un anno, arrivato con la mamma nelle ultime ore in Italia. Sgomento nel mondo Fiorentina. La società viola ripiomba in un incubo dopo la scomparsa di Davide Astori nel 2018.
Joe Barone era nato a Pozzallo, dove l'intera comunità è in lutto, il 20 marzo del 1966. All'età di otto anni si trasferì con la famiglia a Brooklyn in cerca di fortuna. E negli Stati Uniti si è costruito prima un buon percorso di studi, poi una carriera in ambienti bancari. In gioventù ha giocato anche a calcio, senza tuttavia diventare giocatore professionista.
L'incontro con Rocco Commisso gli cambia la vita. L'ingresso in Mediacom lo avvia verso una carriera da manager, ma la passione per lo sport è quella più grande da sempre. Quando Commisso acquista i New York Cosmos passa a occuparsi di pallone praticamente a tempo pieno. Fino al 2019, con lo stesso Commisso approda in Italia alla guida della Fiorentina.
Diventa subito direttore generale. Anzi, a Firenze arriva prima di Rocco Commisso. Divenuta storica e significativa la sua prima presenza in Tribuna allo stadio Franchi in occasione dell'ultima giornata del campionato 2018/2019, il 26 maggio del 2019, quando i viola si salvarono con lo 0-0 interno contro il Genoa e la società era ancora dei fratelli Della Valle. La sua presenza in città fu il preludio all'acquisto da parte di Rocco Commisso.
La parentesi Fiorentina è un mondo da raccontare. I primi campionati difficili, la voglia di avvicinare il calcio alla gente. Non era raro vederlo passare il telefono a un bambino per farlo parlare con Commisso in America.
Gesti semplici, che lo hanno reso da subito simpatico ai tifosi. Si è saputo calare bene nella realtà fiorentina tanto che anche il tifo organizzato gli ha dedicato nei suoi primi momenti viola cori e striscioni.
L'operazione Viola Park resta una sua creatura, finanziata da Rocco Commisso ma curata da lui nei dettagli giorno dopo giorno. Ottime alcune operazioni di mercato in uscita, mercato nel quale ha saputo muoversi da subito molto bene. In quello in entrata si è scontrato con altre logiche finanziarie e qualche operazione ha creato attriti con l'opinione pubblica e una parte della tifoseria. Dirigente dal carattere forte e divisivo. Ha lottato come un leone per difendere i diritti della Fiorentina fuori e dentro il campo, qualche volta è andato anche oltre i limiti nei rapporti con la stampa cittadina.
Oggi però lo piange tutta la città e tutta la tifoseria viola. Sognava di diventare calciatore di Serie A quando da piccolo in Sicilia tirava i primi calci al pallone. A un alto livello ci è arrivato più tardi da dirigente. Rispettato e stimato dalle più importanti figure internazionali. Da Ceferin a Infantino. Lo scorso anno ha sfiorato due coppe. La squadra proverà a dedicarne alla sua memoria almeno una quest'anno.