Betadue, cooperativa sociale raddoppiata in 5 anni

Il bilancio dell’impresa sociale che ha 830 addetti, di cui 444 soci e 26 milioni di ricavi

betadue

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Arezzo, 24 giugno 2024 – “La forza e il pensiero: lavoriamo su entrambi i fronti”. Gabriele Mecheri, presidente di Betadue, sintetizza così la crescita esponenziale della cooperativa sociale, presentata nell’assemblea dei soci che si è svolta a Montevarchi e che ha approvato il bilancio 2023. “Nel corso degli ultimi 5 esercizi Betadue è praticamente raddoppiata, passando da circa 12 milioni di euro nel 2019 ai quasi 26 milioni nel 2023, posizionandosi come la maggiore cooperativa sociale del territorio. Eccetto che nel 2020, anno del Covid, nei nostri 25 anni di storia siamo sempre cresciuti”.

Il 2023 è stato un anno fondamentale nel quale si è realizzata la fusione con la cooperativa fiorentina Samarcanda. I numeri della “nuova” Betadue al 31 dicembre 2023: 444 soci, oltre 830 le lavoratrici e i lavoratori, 25 milioni di euro i volumi di ricavo.

I numeri contano, il pensiero che li crea conta di più. “Siamo consapevoli delle condizioni, soprattutto sociali del paese. E siamo convinti che la cooperazione sociale debba essere un soggetto fondamentale per garantire regole e diritti alla comunità, soprattutto ai soggetti più deboli. La strategia della cooperazione sociale non può essere quella della subalternità ma del protagonismo e questa strada è percorribile solo se la cooperazione sociale unisce le sue forze. Da qui la fusione con Samarcanda, il progetto del vino Nomos con la Vecchia Cantina del vino nobile di Montepulciano, l’ingresso nella provincia di Siena e nel mercato delle lavanderie con il marchio B-Wash. Ormai operiamo in settori tradizionali e innovativi. Non solo igiene urbana, verde, logistica e pulizie ma anche ristorazione, street food, comunicazione, …”.

Il rapporto Censis 2023, fotografando gli italiani, scrive di “sonnambuli, ciechi dinanzi ai presagi”.

“Noi cerchiamo di vedere i presagi, di non essere sonnambuli e di reagire. Il quadro è fatto di individualismo, carenza di coesione sociale, diffusione di nuove povertà. La scelta di unire le forze e di puntare su nuovi settori di lavoro non nasce da una vecchia logica di gigantismo. La nostra cooperazione è garanzia di coesione e quindi di democrazia. Cresciamo per dare risposte alle persone e ai nostri soci. Se il gigantismo è pericoloso, il nanismo lo è di più perché esclude le cooperative dai mercati e le persone dai servizi e quindi dai diritti. Noi camminiamo sul ghiaccio sottile dell’equilibrio ma lo facciamo con la leggerezza che nasce dai valori della cooperazione sociale italiana”.