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Cronaca

Blue Monday, la psicologa: “La tristezza è un’emozione fisiologica, quando arriva va accolta e ascoltata”

Ne parliamo con Alessandra Bondi, psicologa psicoterapeuta

Il personaggio 'Tristezza' del film Inside Out. Il Blue Monday cade il terzo lunedì di gennaio, è considerato il giorno più triste dell'anno

Firenze, 15 gennaio 2024 - Ma davvero oggi è il giorno più triste dell’anno? Eppure, parrebbe di sì. È chiamato "Blue Monday" e si riferisce a quello che è considerato il giorno più deprimente. Ma perché il terzo lunedì di gennaio? Tutto nasce da uno psicologo britannico di nome Cliff Arnall. È stato lui nel 2005 a individuare una sorta di formula matematica che, mettendo insieme il clima invernale, la sensazione di non riuscire a mantenere i buoni propositi di Capodanno e la difficoltà di ripartire dopo le feste, ha decretato che il terzo lunedì di gennaio è quello in cui molte persone potrebbero sentirsi particolarmente giù di corda.

Ma quanta verità può esserci in questa cosa?

“Naturalmente nessuna - risponde Alessandra Bondi, psicologa e psicoterapeuta -. Anche il "Blue Monday" nasce dalla moda di voler ricondurre tutto a una giornata speciale, più a fini social che altro. Un conto sono le giornate socialmente importanti, un conto quelle ‘inventate’ come quella di oggi. Mi pare una ‘celebrazione’ fine a se stessa, il cui unico fine positivo potrebbe esser quello di ricordarci quanto importante sia la salute mentale. Ma, appunto, non è col "Blue Monday" che si affronta seriamente la questione. La tristezza è un’emozione fisiologica e, come tale, quando arriva va accolta, ascoltata e compresa. Non occorre aspettare certo uno specifico giorno per provarla, né farsi suggestionare da simili teorie che, soprattutto di fronte a un uso improprio delle terminologie che confondono tristezza con depressione o altre patologie, rischiano addirittura di banalizzare il tema della salute mentale”.

Possibile che influisca il meteo?

“Certo, una giornata fredda, uggiosa e piovosa tende a buttar giù - prosegue la psicologa -. Ma tutto dipende dalla qualità delle relazioni. Si può star male anche ad agosto, quando solitamente il mix tra ferie e mare rappresentano un buon antidoto alla tristezza”.

E il post feste?

“Non vedo alcun legame con questo - prosegue la psicologa -. Casomai, in questo periodo ci si può sentire giù perché ci rendiamo conto che non potremo rispondere a quelle aspettative che solitamente si accompagnano all’inizio del nuovo anno. In generale, le ripartenze mettono sempre ansia. Ma in questo caso non è un nuovo inizio, ma un proseguimento”.