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Cadaveri in valigia: chi è Taulant Pasho, figlio della coppia uccisa. Trovato in Svizzera

Firenze, i carabinieri proseguono le indagini e scavano nelle relazioni familiari. L'uomo è in carcere. Chiesta la condanna definitiva per alcuni reati commessi in Italia

Taulant Pasho

Firenze, 17 dicembre 2020 - Si chiama Taulant Pasho, ha 33 anni ed è detenuto in Svizzera, nel cantone di Argau. E' entrato nell'istituto di pena elvetico il 16 ottobre di quest'anno per violazione di domicilio e furto con scasso. Questi alcuni tratti che delineano la figura del figlio della coppia massacrata e uccisa, i cui resti sono stati messi in quattro valigie.

Poi ritrovate a Firenze, nella boscaglia nei pressi del carcere di Sollicciano. Una vicenda avvolta nel mistero, le cui nebbie i carabinieri, con indagini serrate, cercano di dipanare. Si indaga nella sfera familiare e delle amicizie della coppia uccisa. E si cerca di capire. Uno dei tasselli riguarda proprio la figura del 33enne, di cui si sono perse le tracce ormai da anni. 

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Ma grazie all'aiuto dell'Interpol l'uomo è stato trovato: era in Svizzera appunto, in carcere per altri reati. Lui che in realtà in carcere c'è già stato e diverse volte in Italia, per reati legati alla droga. Il 2 novembre 2015, nelle ore in cui scomparivano i suoi genitori poi trovati fatti a pezzi, lui usciva di prigione. 

«Sono molto preoccupato, i miei genitori sono scomparsi da giorni, non si sa dove sono. Non rispondono al telefono, è strano, non è così che si comportano i miei genitori», avrebbe detto l'uomo al suo avvocato di allora, Sabrina Del Fio. Lo ricorda lo stesso legale. 

«Mi contattò per un caffè in tribunale, a Firenze, fu l'ultima volta che lo vidi - ha aggiunto il legale - Ci vedemmo al bar del Palazzo di Giustizia di Firenze. Oltre a parlare delle sue vicende processuali, mi confidò cosa stava succedendo alla sua famiglia. Mi diceva che era un comportamento strano per i suoi genitori, sempre loro gli rispondevano al telefono o si facevano contattare».

Taulant Pasho deve scontare in Italia 3 anni e 11 mesi di reclusione per vicende legate alla droga. Per la giustizia italiana è un latitante. E la procura di Firenze ha chiesto l'arresto definitivo dell'uomo. L'inchiesta sul ritrovamento dei cadaveri, condotta dal pm Ornella Galeotti, scava dunque nel passato di questo 33enne di origini albanesi e per diversi anni in Italia

Ricorda ancora l'avvocato Del Fio, «due o tre anni fa Taulant mi contattò su cellulare da un numero anonimo, fu una telefonata breve. Si informò dei carichi pendenti e delle sue vicende giudiziarie. Mi disse che non aveva soldi e che era disperato per la sorte dei suoi genitori di cui continuava a non sapere niente. Fu una telefonata che durò pochissimo»